Papa Francesco: «Dio è dentro le carceri»

Il pontefice esprime la sua solidarietà e vicinanza ai detenuti in occasione del convegno nazionale dei cappellani delle carceri italiane. «Il Signore non rimane fuori dalle carceri, ma è dentro, è lì».
Papa Francesco

«Potete dire questo: il Signore è dentro con loro». Queste le parole che papa Francesco ha consegnato ieri, 23 ottobre, ai partecipanti al convegno nazionale dei cappellani delle carceri italiane riuniti a Roma. Un messaggio da mandare a tutti i detenuti, «amici e amiche nelle carceri». C’è spazio per tutti nelle preghiere del santo padre: per gli immigrati a Lampedusa, per i disoccupati in Sardegna, per i carcerati: «Prego per loro, li ho a cuore, prego il Signore e la Madonna che possano superare positivamente questo periodo difficile della loro vita».

Una grande empatia e una comprensione sincera «nei confronti di chi è caduto» emergono dalle parole di Francesco. «Che non si scoraggino, non si chiudano. Voi sapete che un giorno tutto va bene, ma un altro giorno sono giù, e quell’ondata è difficile», continua. Non bisogna demoralizzarsi: «Nessuna cella è così isolata da escludere il Signore, nessuna; Lui è lì, piange con loro, lavora con loro, spera con loro; il suo amore paterno e materno arriva dappertutto». «Aprire il cuore a questo amore» questa è l’esortazione e la preghiera del papa.

Parole di comprensione anche per i cappellani: «Il vostro ministero, non è facile, è molto impegnativo e molto importante, perché esprime una delle opere di misericordia; rende visibile la presenza del Signore nel carcere, nella cella». E continua: «Voi siete segno della vicinanza di Cristo a questi fratelli che hanno bisogno di speranza. Recentemente avete parlato di una giustizia di riconciliazione, ma anche di una giustizia di speranza, di porte aperte, di orizzonti. Questa non è un'utopia, si può fare ».

Papa Francesco, facendo sentire la propria voce nel bel mezzo della polemica sul sovraffollamento delle carceri, dimostra ancora una volta di possedere un sesto senso per la tempestività con cui si confronta sulle problematiche del Paese. E come sempre dietro al velo della semplicità e della calma delle sue parole, il discorso sa essere graffiante: «Anche Lui (il Signore) è un carcerato, ancora oggi, carcerato dei nostri egoismi, dei nostri sistemi, di tante ingiustizie, perché è facile punire i più deboli, ma i pesci grossi nuotano liberamente nelle acque». Il papa non si tira indietro, grida giustizia, si fa portavoce dei più deboli, di quelli che di voce non ne hanno: è questa la via che ha dato al suo ministero e che continua a percorrere con gli ultimi.

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