Papa Francesco ai petrolieri
Papa Francesco ha incontrato i dirigenti delle grandi aziende petrolifere in un momento in cui vengono in evidenza gli effetti collaterali dell’attività industriale basata sul consumo di energia prodotta da combustibili di origine minerale.
Parlando di energia il papa ha sottolineato quanto sia prioritario dare accesso all’energia elettrica al miliardo di persone che ancora non ne usufruiscono; ha invitato però questi manager di grande livello a porre i loro talenti «con grande determinazione e coraggio», a servizio «dei poveri e dell’ambiente», riuscendo a fornire questa ulteriore energia senza compromettere la qualità dell’aria, il livello dei mari, le riserve d’acqua dolce, il clima e l’equilibrio di delicati ecosistemi. «Vi invito – ha detto – a essere il nucleo di un gruppo di leader che immagina la transizione energetica globale in un modo che tenga conto di tutti i popoli della Terra, come delle future generazioni, e di tutte le specie e gli ecosistemi. Abbiamo ricevuto la Terra dal Creatore come una casa-giardino, non trasmettiamola alle future generazioni come un luogo selvatico».
Non è una sfida impossibile, le energie rinnovabili sono ormai competitive, «il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi»: essa non è avvertita ancora come una priorità, anche perché le conseguenze più tragiche non si ripercuotono sui Paesi più responsabili delle emissioni di gas serra, ma sulla vita degli abitanti dei Paesi più poveri, che soffrono maggiormente delle perturbazioni in campo agricolo, dell’insicurezza della disponibilità d’acqua e dell’esposizione a gravi eventi meteorologici. «Molti sono costretti ad abbandonare le loro case e a migrare in altri luoghi, senza sapere come verranno accolti», come vediamo in questi giorni nel Mediterraneo.
Per Francesco questa è una delle principali sfide per la comunità internazionale e da essa dipenderà la qualità della vita e la soluzione o l’inasprimento dei conflitti presenti in diverse aree del pianeta. Riconosce che molti Paesi ed industrie si stanno muovendo nella direzione giusta e che gli investitori globali stanno rivedendo le strategie d’investimento, puntando sulla “finanza verde”.
«È sufficiente? Abbiamo svoltato in tempo? A due anni e mezzo dall’Accordo di Parigi le emissioni di gas-serra sono sempre molto alte e si prosegue nella ricerca di ulteriore combustibile fossile che tale accordo consigliava di mantenere nel sottosuolo».
Purtroppo con la presidenza Trump il Paese che dà più scandalo in tal senso sono gli Stati Uniti, in cui è stata addirittura potenziata del 15% l’estrazione del petrolio dalle rocce compatte: una crescita brutale, incurante dell’impatto sullo stesso territorio americano. Da quando si iniettano nelle profondità le acque inquinate del fracking, il territorio in precedenza non sismico dell’Oklahoma è diventato ballerino, 900 terremoti all’anno, dapprima lievi, ma nel 2016 se ne è verificato uno di 5.8° gradi della scala Richter.
Papa Francesco auspica una «transizione energetica» che punti alla crescita dell’impiego di energie ad alta efficienza e basso impatto ambientale: in Italia la Erg, una delle prime aziende petrolifere, negli ultimi anni ha lasciato il petrolio per dedicarsi alle energie rinnovabili, in particolare l’eolico, ottenendo ottimi risultati economici.
Il mondo però non è solo quello industrializzato ed alcuni miliardi di persone reclamano una pur modesta disponibilità di energia, inducendo un maggior consumo di gas e di petrolio, almeno finché non ci si convertirà alle auto elettriche; si tratta delle fonti più semplici da reperire, se si escludono il legno ed il carbone, le peggiori per gas serra e polveri fini, per cui per fortuna si assiste ad una riduzione di utilizzo.
Il papa conclude affermando che «il passare velocemente ad una energia accessibile e pulita è una responsabilità verso milioni di fratelli e sorelle nel mondo e verso le generazioni che verranno. Non si potrà procedere con decisione su questa strada senza un’accresciuta consapevolezza di essere tutti parte di un’unica famiglia umana legata da vincoli di fraternità e solidarietà».