Paolo VI, Francesco e la premura

Beatificazione del pontefice bresciano e chiusura del sinodo sulla famiglia: non è una coincidenza. Premura, misericordia, attenzione a tutti: questa la direzione di marcia
sinodo

Sorrideva ben poco Paolo VI. Fu il papa del dubbio, del confronto con il mondo in mutamento, della ciclopica opera conciliare. Per questo non fu così popolare come lo sarebbero stati i suoi successori. Non per niente, credo, il suo percorso verso la beatificazione non è stato semplice. Ma oggi viene beatificato, finalmente, proprio in conclusione di un sinodo straordinariamente importante per la Chiesa cattolica. Un sinodo attraversato dal dubbio. Forse il primo vero sinodo, secondo gli auspici di Paolo VI, che li introdusse nella pratica cattolica. Dopo il concilio, che è una sorta di eccezione nel percorso della Chiesa, un'assemblea che scaturisce novità anche dottrinali, il sinodo gli appariva piuttosto come la normalità di una Chiesa che vuole operare in comunione e per la comunione, integrando le diverse vocazioni, sensibilità e culture.

Questo sinodo sulla famiglia è stato mediatizzato in modo insolito. Far le prime pagine dei giornali non è cosa da poco. Ovviamente ciò è avvenuto perché nel sinodo sono state affrontate questioni sostanziali sui diritti, quelli dei gay e dei divorziati in  nuova unione, mentre è rimasta in sordina la grande sinfonia sulla famiglia composta dall'assise vaticana. Peccato.  E tuttavia c'è da gioire per una Chiesa che cerca di parlare nella franchezza, nella parresia invocata da Francesco in apertura, talvolta con maldestre forzature, con evidenti tensioni tra diverse tendenze, ma pur sempre  nella verità, alla ricerca della verità.

Se il documento finale non ha raggiunto nella sua integralità l'approvazione prevista dei due terzi del sinodo, ciò non deve essere visto come una rottura tra cosiddetti conservatori e cosiddetti progressisti. Ha visto bene il papa nell'indire due sinodi a distanza di un anno sullo stesso tema della famiglia. Il documento integrale viene ora infatti consegnato alla Chiesa perché se ne discuta a tutti i livelli, per giungere così il prossimo anno ad una tesi più condivisa. Con una direzione di marcia ben precisa indicata da Francesco: la premura, la misericordia, l'obbligatoria attenzione, per chi vuol essere cristiano, a tutti, nessuno escluso. 

Credo che non si potesse far regalo migliore al neo-beato di un sinodo del genere, via alla vera comunione nella Chiesa.

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