Paolo Borsellino – i 57 giorni
A vent’anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio, Raiuno ha mandato in onda Paolo Borsellino, i 57 giorni, il film per la televisione che ha ripercorso i due mesi che separano la morte di Giovanni Falcone da quella di Paolo Borsellino, avvenute per mano di Cosa Nostra il 23 maggio e il 19 luglio 1992.
Rai Fiction e la Compagnia Leone Cinematografica ci hanno proposto un commovente racconto di come Borsellino ha affrontato, nei rapporti con la moglie e con i figli, un viaggio verso la morte per un assoluto senso di responsabilità verso lo Stato e verso il suo compito di magistrato.
Il film prende le mosse proprio da quel 23 maggio, quando Borsellino è dal barbiere in attesa di ricevere a cena l’amico fraterno di sempre, il giudice Falcone. Una telefonata lo avverte dell’attentato: iniziano così 57 giorni in cui il magistrato intuisce il suo destino e fa i conti con la sua vita. Impegnato in un lavoro massacrante, quasi una corsa contro il tempo, egli cerca ugualmente di vivere fino in fondo tutti gli affetti familiari.
Si crea così, durante tutto il film, una crescente sequenza di momenti ad alta commozione, a volte tensione, a volte allegria e comicità, che mostrano come Paolo Borsellino fosse un uomo completo, fatto di sentimenti delicatissimi e di rettitudine verso i suoi doveri. Bellissimo è il racconto dell’infinita tenerezza e amore per la moglie Agnese, i tre figli, ma anche per gli amici e i colleghi.
Luca Zingaretti ha interpretato magistralmente la figura del giudice, non “dimenticando” Montalbano, ma facendo entrare in Borsellino le caratteristiche del personaggio di Camilleri che più lo avvicinano al carattere del giudice.