Pallavolo Italia, il “giocatore” in più
È come un virus, ma non fa male. Anzi, ti mette in corpo un’adrenalina “positiva”. Parte dai tifosi presenti nei palazzetti, che non smettono di incitare la nostra squadra neanche per un secondo, e si estende a macchia d’olio arrivando a contagiare i telespettatori che guardano la partita in tv.
Tanti, anzi tantissimi. Se è vero, come è vero, che durante i mondiali di pallavolo maschile in corso di svolgimento in Italia e Bulgaria, i match della nostra nazionale sono stati seguiti mediamente da oltre due milioni di persone (con circa il 10% di share).
L’entusiasmo cresce sempre di più, ed il volley sta dimostrato ancora una volta di possedere gli ingredienti giusti per attrarre anche chi non è un fedelissimo di questo sport. «Quando arriva il punto vedo che il pubblico si carica», ha dichiarato in questi giorni l’alzatore azzurro Simone Giannelli, «e da quella carica lì anche noi prendiamo energia. È divertente giocare così».
Notti “magiche”, quelle di questa seconda metà di settembre. Notti in cui il pubblico che segue la nostra nazionale balla e canta sugli spalti durante gli incontri. Poi, quando Ivan Zaytsev va in battuta, l’attesa raggiunge i massimi livelli. Tutti si aspettano un ace.
Lo Zar, come è stato ribattezzato il capitano azzurro, in questo mondiale sta davvero trascinando l’Italia. Un giocatore completo, che è tornato a giocare da opposto (il suo ruolo preferito), e che ha proprio nel servizio il suo marchio di fabbrica. Dietro di lui, però, sta girando un po’ tutta la squadra.
Dallo schiacciatore italocubano Osmany Juantorena (quanto ci erano mancate le magie dell’hombre di Santiago de Cuba lo scorso anno!), al palleggiatore Simone Giannelli, il ventiduenne bolzanino che anche in questa rassegna iridata sta mostrando un’invidiabile lucidità in cabina di regia. E ancora dal martello Filippo Lanza al libero Massimo Colaci, sempre puntuale in ricezione, passando anche per il contributo dei centrali Daniele Mazzone (ottimo anche in battuta) e Simone Anzani (una garanzia a muro).
Tra i nostri giocatori ed il pubblico in questi giorni è come se si fosse creato un cordone indissolubile. Ma non ci sono solo i “titolari”. Tutti, in questa nazionale, sono pronti a dare il loro apporto alla causa, anche chi sin qui ha giocato meno.
Entrare a partita iniziata non è mai facile, ma spesso le sorti di una squadra dipendono proprio da chi subentra a gara in corso e fa tutta la sua parte. Come Michele Baranowicz, sceso in campo proprio per mettere a segno l’ace che ha chiuso il difficile match della prima fase contro l’Argentina.
Come Gabriele Maruotti, che a trent’anni ha fatto il suo esordio al mondiale risultando importantissimo nella partita contro la Slovenia. E, più in generale, come tutto il resto della rosa azzurra. Nell’ultimo match, quello giocato domenica sera contro l’Olanda e “ininfluente” ai fini della qualificazione alla fase finale del mondiale, il nostro commissario tecnico ha deciso di mettere a riposo i “titolari” e far giocare “la seconda squadra”, e l’Italia è riuscita comunque a vincere (molto convincenti soprattutto le prestazioni di Luigi Randazzo e Gabriele Nelli).
Per la nostra nazionale questo mondiale in Italia è davvero un’occasione da non perdere. Perché non sempre capita di poter contare su un pubblico che spinge ogni giocatore a dare più del 100%. Perché non sempre si ha la fortuna di poter “mettere in campo” … un giocatore in più.
«Trovare gli spalti pieni già diversi minuti prima del nostro ingresso è una cosa pazzesca. La gente ci segue, stiamo facendo tifare tante persone», ha dichiarato il nostro capitano. Terminate le prime due fasi della competizione, però, tutto questo entusiasmo andrà ora “gestito” al meglio, perché adesso si entra davvero nel vivo del mondiale.
Se davvero vogliamo tornare su un podio iridato dopo venti anni esatti di assenza, infatti, bisognerà mettersi alle spalle l’esordio ricco di emozioni contro il Giappone, avvenuto nello splendido scenario all’aperto del Foro Italico di Roma davanti a oltre 11.000 spettatori. Bisognerà mettersi alle spalle l’affetto straripante del pubblico che ha assiepato per le partite successive il Mandela Forum di Firenze prima e il Mediolanum Forum di Assago poi.
Sì, la strada verso le medaglie è ancora lunga. Dopo le vittorie ottenute nella prima fase (oltre a quella col Giappone sono arrivati altri quattro successi contro Belgio, Argentina, Repubblica Dominicana e Slovenia), e dopo i match della seconda fase (vittorie ai danni di Finlandia e Olanda e sconfitta “ininfluente” al tie-break contro la Russia), la nazionale guidata dal c.t. Gianlorenzo Blengini si trasferisce ora al Pala Alpitour di Torino. Dove, per gli azzurri, si prevede un nuovo bagno di folla.
Intanto, siamo già tra le sei grandi del pianeta, insieme a Russia, Brasile, Stati Uniti, Serbia e Polonia. Ora, per la prima parte delle final six che si giocheranno da mercoledì 26 a venerdì 28 settembre, un’urna tutto sommato benevola ci ha messo difronte proprio a queste ultime due squadre. Due partite sulla carta non impossibili, ma da prendere con le molle, che la squadra italiana affronterà però, ancora una volta, con il sostegno di tantissimi appassionati, e con l’obiettivo di conquistare un posto nelle semifinali in programma sabato 29 settembre.
Intanto proprio sabato, mentre speriamo di poter avere ancora in corsa la nostra nazionale maschile, faranno il loro esordio iridato anche le azzurre. In questo caso, il campionato mondiale femminile si giocherà in Giappone (finale in programma domenica 21 ottobre), e le avversarie dell’Italia nella prima fase saranno nell’ordine Bulgaria (sabato 29), Canada (domenica 30), Cuba (martedì 2 ottobre), Turchia (mercoledì 3) e Cina (giovedì 4).
Le gare, che a causa del fuso orario verranno disputate in orari non proprio comodi per il pubblico italiano (i primi quattro match si giocheranno alle 06.40 del mattino mentre il fischio d’inizio della partita contro le cinesi è fissato alle 12.20), saranno tutte trasmesse in diretta su Rai 2 e Rai Sport. E c’è da scommettere che tutto l’affetto, tutto l’entusiasmo che sta accompagnando in queste ultime settimane il cammino mondiale della nazionale maschile, si riverserà in una ideale staffetta alle ragazze guidate dal c.t. Davide Mazzanti. Perché la gente della pallavolo, non tradisce mai.