Giovani ancora in piazza per il clima
Sotto l’impulso di Greta Thumberg, la ragazzina quindicenne che lo scorso 20 agosto 2018 ha avuto il coraggio di parlare davanti al Parlamento svedese, comunicando che avrebbe scioperato per il clima fino al giorno delle elezioni, gli studenti di tutto il mondo hanno indetto il 15 marzo 2019 il primo sciopero mondiale per il futuro del pianeta. Erano circa un milione e mezzo e sono scesi in piazza in circa 20 mila città.
Una manifestazione così travolgente da spingere gli stessi studenti del “Friday for Future” ad aver voglia di replicare, organizzando una mobilitazione ancora più grande, con l’appoggio degli scienziati. Questi ultimi, sulla base delle loro conoscenze, hanno infatti comunicato che le preoccupazioni dei giovani sono giustificate e anche sostenute dalla ricerca scientifica; ciò è avvalorato dal fatto che le misure che i governi stanno adottando per proteggere le foreste, il mare, il suolo, il clima, la biodiversità sono ancora insufficienti. Walter Ricciardi, presidente dell’istituto Superiore di Sanità, ha proprio per questo lanciato un appello, sostenendo che restano solo venti anni per invertire la rotta e sperare di mitigare il surriscaldamento globale.
Milioni di persone sabato sono dunque scese di nuovo in piazza. Centinaia di questi giovani, a cui è stato detto che i propri sogni potevano toccare il cielo e che oggi non toccano neanche la terra, hanno camminato venerdì 24 maggio anche per le vie di Palermo. Un lungo e ordinato corteo, capeggiato da riccioluti universitari, liceali e ragazze vestite di “verde” è partito alle 9 da Via Cavour ed è giunto, superata la Cattedrale, a Piazza Pretoria, mettendosi in circle time fino alle ore 13.
Fra questi giovani, anche i ragazzetti delle medie della Scuola Tenente Carmelo Onorato di Sferracavallo, che dopo aver compreso con l’aiuto delle professoresse le nefandezze operate dall’uomo nel corso dei secoli per deturpare la natura, hanno fortemente desiderato partecipare al primo sciopero studentesco, sfidando la paura dei genitori che temevano l’eccessiva massa in cui sarebbero stati coinvolti.
Portando cartelloni e striscioni colorati e parlando uno alla volta, si sono, innanzitutto, detti felici di esser presenti.
«Perché non ci si può svegliare a trentanni e comprendere che le cose non vanno – diceva uno di loro –, il cambiamento non può arrivare solo alla fine, deve partire da quando si è piccoli. E noi che siamo oggi in piazza, facciamo la differenza. Non essere qui – continuava un altro – significa essere complici, significa essere la causa di ciò che sta avvenendo, significa che non si desidera un mondo migliore››.
Una liceale aggiungeva: «Questa piazza parla di noi sentinelle di speranza, noi a cui vogliono rubare il futuro. E noi allora blocchiamo la città! Perché non possiamo più restare indifferenti a un sistema che mette il dio denaro sopra ogni cosa, e la natura all’ultimo. Uniamoci tutti per lottare e chiedere giustizia climatica. Uniamoci perché non esiste un pianeta di serie B! Uniamoci e partiamo dalle piccole cose. Se non troviamo un cestino dove buttare una cartaccia, pensiamo che abbiamo mille tasche dove conservarla! Palermo ha una cultura, ha idee, ha giovani che vogliono migliorare la società, dobbiamo solo dirlo al resto dei palermitani!».