Palermo e il “caso Minutella”

Il sacerdote, a cui è stato chiesto – per affermazioni e comportamenti incongrui alla comunità ecclesiale – di lasciare la parrocchia San Giovanni Bosco, non demorde. Mons. Lorefice richiama tutti ad una preghiera corale per l’unità  

La Chiesa palermitana vive un momento di dolore. Per questo motivo, la sera del 4 aprile nella Cattedrale di Palermo ha avuto luogo un’adorazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Corrado Lorefice con preghiera per l’unità della Chiesa di Palermo. Erano invitati i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose e tutti i fedeli laici.

Cosa è successo? Un sacerdote palermitano, don Alessandro Minutella della parrocchia san Giovanni Bosco, nel quartiere Romagnolo, che sostiene d’essere in contatto con la Madonna, san Giuseppe e san Michele Arcangelo dai quali dichiara d’aver ricevuto l’incarico di difendere la dottrina dall’eresia e la Chiesa cattolica dall’abbandono della tradizione, ha lanciato tramite omelie e social invettive contro la gerarchia cattolica con a capo papa Francesco.

Un episodio che ha lasciato pesanti strascichi: già ammonito dal card. Paolo Romeo e d’aver ricevuto un decreto contro di lui dall’arcidiocesi di Monreale, in quanto si presentava come la “voce” della madre di Gesù e ha voluto costruire una cappella in un terreno di proprietà privata denominato “Piccola Nazaret” senza aver ricevuto la necessaria licenza ecclesiastica, il sacerdote siciliano è stato poi richiamato prima al silenzio (canone 273) da mons. Corrado Lorefice, successivamente invitato a lasciare la sua parrocchia, per il bene dei fedeli.

Questi, senza remore, ha risposto con una messa-show per «resistere», rilanciata inreal time su Facebook. Dure le parole usate per informare i parrocchiani su FB della decisione del vescovo: «La vera Chiesa vive il martirio, chi non obbedisce viene imbavagliato e buttato fuori».

Prevendendo le possibili conseguenze del suo gesto, ha lanciato una sfida: «Andremo negli scantinati e nelle catacombe. Possiamo già prevedere le altre mosse: sarò sospeso a divinis e poi ridotto allo stato laicale. Le loro sanzioni non le temo, per me sono un onore. Nel saluto a questa Chiesa che non mi vuole dico: addio falsa Chiesa, resteranno edifici inutili, addio multinazionale della vergogna, prostituta indegna che ti sei venduta ai potenti del mondo». Sui social i commenti sono divergenti: «Superbia e vanagloria», «Che Dio ti perdoni», «Bravo, non si arrenda», «Siamo tutti con lei».

Già prima di quest’evento, don Minutella aveva invitato tutti coloro che vogliono  «difendere la dottrina della Santa Chiesa cattolica a venire fuori e salvare Roma››. Per farlo, ha invitato i «veri cattolici» ad un raduno nazionale in provincia di Verona per il 22 aprile. L’appuntamento è al palazzetto dello sport di Offia San Bonifacio, con la coroncina del Rosario tra le mani e le bandiere bianco-giallo del Vaticano, dove «rivolgeremo – ha detto – un accorato appello al Santo Padre Benedetto XVI, perché ci benedica e ci incoraggi a questa opera di resistenza dal sapore apocalittico».

La Chiesa di Palermo si è stretta attorno al suo arcivescovo e ha promosso un’iniziativa comune, senza precedenti, per affermare l’unità ecclesiale: sacerdoti e laici si sono autoconvocati in Cattedrale per un’adorazione eucaristica presieduta proprio da Lorefice.

 

 

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