Pakistan, ultime notizie
Un rapporto Onu fa il punto sull'emergenza umanitaria nel Paese dopo le inondazioni. Gli aiuti si sono messi in moto, ma i fondi rimangono insufficienti.
Le acque si stanno lentamente ritirando, ma l’emergenza umanitaria in Pakistan è solo all’inizio. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite aggiornato al 1 settembre, 18 milioni di persone sono state colpite dalle inondazioni, che hanno lasciato dietro di sé almeno 1600 morti. Oltre 1 milione e 250 mila abitazioni sono distrutte o danneggiate, 740 mila famiglie sono ancora senza un rifugio e 940 mila persone sono ospitate nei 28 campi aperti per i rifugiati. La situazione più critica si registra nella regione del Sindh, dove le organizzazioni internazionali sono riuscite a dare un riparo di emergenza solo al 3 per cento di chi ne aveva bisogno. E mentre i campi cominciano ad essere smantellati man mano che la gente fa ritorno alle proprie case, il bisogno che una casa – per l’appunto –, o quantomeno i materiali per ricostruirla, ci siano, si fa sempre più pressante: per quanto siano già state distribuite 116 mila tende, 2.213 cassette per gli attrezzi, 300 mila coperte, 86 mila materassi e 70 mila set da cucina, non bastano a fare una casa.
Per ora, tuttavia, l’attenzione rimane concentrata sul garantire cibo, medicinali e soprattutto acqua potabile, onde evitare epidemie. A fine agosto erano state distribuite razioni alimentari a 3 milioni di persone, con un aumento di 265 mila solo negli ultimi due giorni del mese. L’Unicef ha fornito degli “ambulatori mobili” rivolti soprattutto a bambini e donne incinte (rispettivamente il 14 e l’8 per cento degli sfollati), per sopperire alle 436 strutture sanitarie distrutte. Ma raggiungere le zone colpite rimane difficile, tanto che gli aiuti vengono spesso paracadutati dagli aerei. Inoltre, riferisce il rapporto Onu, è urgente trovare delle donne medico, soprattutto ginecologhe, per venire incontro alla sensibilità culturale del Paese.
Oltretutto, si sa, settembre è tempo di riapertura delle scuole: in Punjab le lezioni sarebbero dovute iniziare il 14 settembre. Ma quasi 9500 scuole sono state distrutte o danneggiate, e di quelle rimaste in piedi oltre 5 mila vengono attualmente usate come rifugio. Per ora sono stati costruiti 101 “Centri di apprendimento temporaneo”, oltre a 141 spazi per l’accoglienza dei bambini, e sono oltre 17 mila a partecipare alle attività che vi si organizzano. Ma manca il materiale scolastico, senza contare che le strutture sono per ora insufficienti.
Le Nazioni Unite identificano nell’insufficienza dei fondi, oltre che nei problemi logistici, l’ostacolo principale all’assistenza delle popolazioni colpite, e invitano i donatori a mantenere gli impegni presi. Leggendo il grafico che illustra la distribuzione dei fondi, si nota una certa disparità tra i vari settori: se quello della logistica è coperto al 91 per cento, e quello della sicurezza ha addirittura un’eccedenza di risorse con il 175 per cento, solo il 62 per cento delle necessità alimentari e il 27 di quelle sanitarie sono state finanziate. L’Onu rimanda comunque alla terza settimana di settembre una valutazione più completa della situazione.