Padre Zanotelli su Arena di Pace: “Il cambiamento può avvenire solo dal basso”

Non un ulteriore incontro sulla pace, ma l’inizio di un grande movimento popolare in grado di cambiare un sistema ingiusto e autodistruttivo. Il punto di vista di Alex Zanotelli, padre missionario che ha lanciato l’idea dell’Arena di Pace 2024 a Verona, alla vigilia di questo incontro
Padre Alex Zanotelli durante un incontro del Comitato Civico dell'Acqua con Abc, l'azienda napoletana che gestisce la risorsa idrica, Napoli,. ANSA / CIRO FUSCO

Verona è la sede generale della congregazione dei religiosi missionari fondata nel 1871 da Daniele Comboni: un figlio di braccianti agricoli, testimone credibile di scelta evangelica dedicata in particolare al continente africano, che la Chiesa ha riconosciuto come santo nel 2003, ad una saggia distanza dalla sua morte avvenuta nel 1881.

Nella loro radicalità, spesso, i comboniani e le comboniane, sono persone che si muovono controcorrente. Comboni lottò con tutte le sue forze contro lo schiavismo e ancora oggi troviamo questi missionari nei luoghi dimenticati dei conflitti destinati a restare sconosciuti se non ci fossero riviste di qualità come la comboniana Nigrizia che è stata diretta, dal 1978 al 1987 da padre Alessandro Zanotelli.

Dopo gli studi negli Usa e una prima esperienza in Sudan, il religioso, nato in un paesino del Trentino, è diventato molto noto per avere denunciato gli interessi di alcuni vertici politici della cosiddetta prima Repubblica con le industrie delle armi. Rimosso dal suo incarico, come accade spesso in questi casi, ha avuto maggiore ascolto e seguito, dentro ma soprattutto fuori dall’ambito ecclesiale, intervenendo con i suoi scritti da Korogocho – un luogo remoto del Kenya, una baraccopoli di Nairobi che rappresenta la summa di un sistema ingiusto e della cultura dello scarto che oggi papa Francesco non si stanca di denunciare.

Tornato in Italia nel 2001, padre Zanotelli, chiamato affettuosamente Alex, è stato al centro delle contestazioni del G8 di Genova e poi dell’opposizione alla guerra in Iraq. Si deve ad una sua proposta la diffusione della bandiera arcobaleno della pace, ancora vista con sospetto in certi ambienti, che è tornata a rivedersi in piazza con il passaggio epocale della guerra in Ucraina e la tragedia in corso in Terra Santa.

Anche la vittoria al referendum sull’acqua pubblica del 2011 porta l’impronta dell’impegno di padre Alex che ha deciso di vivere a Napoli nel difficile quartiere popolare della Sanità.

Il contrasto alla privatizzazione dei beni comuni, e quindi della gestione idrica, è, come noto, una battaglia rimasta in sospeso, per mancata applicazione della consultazione referendaria, ma resta viva e diffusa la presenza di una miriade di comitati per i beni pubblici che riconoscono nel padre comboniano un punto di riferimento.

Da parte sua, Zanotelli, a 86 anni, di tempra montanara, mantiene una vivace attività pubblica, è direttore della rivista di Pax Christi, Mosaico di pace, si muove con scioltezza senza apparati e strutture e quindi con la conseguente libertà di intervento e testimonianza.

L’iniziativa Arena di pace di Verona 2024 nasce da una sua proposta e, quindi, alla vigilia di questo incontro che avverrà il 18 maggio, gli abbiamo posto alcune domande.

 

Il “mondo cattolico” è prodigo di incontri sulla pace come dimostra il recente evento in Vaticano sulla fraternità e il lancio di tanti appelli, mentre il pianeta continua ad essere invaso da armi e non esiste alcuna autorità internazionale e politica capace di  fermare i massacri in corso. A che serve fare Arena di pace oggi? Non si può ridurre ad un convegno di reduci che hanno perso tutte le sfide degli ultimi anni?

Grazie per questa domanda che per me è molto importante perché ho lavorato per Arena di pace, ho lanciato questa idea. Non voglio che diventi semplicemente un altro evento ma che sia un processo. Noi facciamo tanti convegni, proclami e incontri sulla pace, ma non serve a nulla se non intacchiamo l’assurdo sistema economico e finanziario militarizzato che sta inquinando il pianeta. È questo sistema che deve cambiare. Non possiamo attenderci nulla dai governi. Ciò che può cambiare la realtà può arrivare solo dal basso, da grandi movimenti popolari. È questo lo sforzo dell’Arena. E papa Francesco verrà proprio per perorare questa causa.

Che caratteristiche deve, quindi, avere un raduno del genere che mette assieme tante realtà eterogenee per non ridursi alla elaborazione di un inutile documento di sintesi?

È necessario un grande movimento popolare in grado di mettere in discussione i governi che sono prigionieri delle banche, o del complesso militar industriale o delle multinazionali del petrolio e del carbone. E questo deve avvenire non solo in Italia, ma in Europa, gli Usa e in tutto il mondo. Un cambiamento che può avvenire solo se il popolo si ribella e questo percorso è maturato nei vari tavoli preparatori dell’Arena di pace che si sono incontrati in questi mesi di lavoro comune in vista dell’incontro. I documenti che sono emersi sono solo l’inizio di un nuovo grande movimento popolare italiano per cambiare davanti ad una situazione in cui è minacciata la vita stessa in questo pianeta. Ecco perché papa Francesco sarà presente in Arena e darà la sua benedizione affinché avvenga il cambiamento necessario.

In attesa di ciò che dirà Francesco, come potrà andare avanti il percorso dell’Arena di pace?

Proprio perché non può essere un evento fine a se stesso, abbiamo deciso che l’Arena dovrà essere fatta ogni 2 anni per una verifica del cammino avviato. Poniamoci degli obiettivi, prendiamo delle decisioni e vediamo tra due anni dove siamo arrivati nel far partire un serio movimento dal basso. Questo è il significato dell’Arena ed è il motivo per cui ci credo e sono fiducioso che porterà frutto.

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