Padre Lombardi pop, suo malgrado

Dopo dieci anni di Sala Stampa vaticana lascia il timone a Greg Burke e Paloma García Ovejero. Un uomo tutto d’un pezzo e diventato paradossalmente popolare
padre Lombardi

C’è modo e modo di diventare popolari. C’è la via larga, che è quella della visibilità e dell’eccentricità, se si vuole della ricerca del potere mediatico. E c’è la via umile, quella del nascondimento e del rigore, se vogliamo del non-potere mediatico. Ebbene, Padre Lombardi, certamente più propenso a seguire quest’ultima via, è diventato popolare suo malgrado, quasi “pop”. Il simbolo? La cartella nera che sempre aveva e ha con sé, anticipando in questo papa Bergoglio.

 

Lo stile di padre Lombardi è diventato un “cult”: clergyman rigoroso, anche in piena estate, mai con la sottana, mai orpelli vari, mai una deviazione dalla non-visibilità ricercata. In questo modo ha affrontato un’infinità di questioni che hanno posto la Chiesa cattolica sotto i riflettori della stampa mondiale. Riflettori solitamente spietati. Dalla pedofilia, alla dimissioni di Benedetto XVI, dallo Ior al turbine-Francesco. Trattava ogni argomento come fosse analogo a un altro di segno opposto.

 

In ciò certamente c’è stata una buona dose di predisposizione naturale al nascondimento, al rigore, ma anche una conoscenza tutta particolare della scena pubblica, visto che tra i suoi zii si annoveravano Riccardo Lombardi (il “microfono di Dio” del Mondo Migliore) e Gabrio Lombardi (celebre giurista impegnato nelle battaglie contro divorzio e aborto). Una lunga esperienza in Radio Vaticana, poi, tradizionalmente affidata ai gesuiti, lo ha forgiato alla diplomazia vaticana ma anche al contatto con la società mediatica, solitamente impietosa con la Chiesa cattolica.

 

Solo una volta l’ho sentito un po’ risentito, appena un po’, per uno sgarbo ricevuto da un giornalista cattolico che stimava molto, quasi una pugnalata alle spalle. Ma dimenticò ben presto il torto ricevuto e riprese i contatti con questo corrispondente. In qualche modo, se così si può dire, in un mondo convulso come quello mediatico, Federico Lombardi ha saputo esplicitare quella caratteristica della misericordia di Dio che è la dimenticanza: il passato altrui, per quanto difficile sia, non deve inficiare la relazione nel presente. Forse anche per questo è diventato una sorta di “icona pop” del Vaticano.

 

Auguri a padre Federico Lombardi per una nuova fase della sua vita ricca di quell’amato silenzio che speriamo però produca ancora parole. E auguri a Greg Burke, statunitense, laico e numerario dell’Opus Dei, perché faccia rinverdire e se possibile superi la grande opera di Navarro Vals con Giovanni Paolo II. Auguri anche e soprattutto a Paloma García Ovejero, spagnola, laica e quarantunenne, che da Radio Cope, emittente dell’episcopato spagnolo, si ritrova con la grazia e l’acume che le sono propri a dar voce alla Chiesa cattolica con il ruolo di vicedirettrice.

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