Pace, premio al presidio Caritas di Acate
Il presidio della Caritas diocesana di Ragusa si trova a Marina di Acate. Nel cuore di quelle vaste distese agricole, un tempo cuore pulsante dell’economia agricola della zona e vero motore di sviluppo, oggi dilaniate dal morso della crisi.
È la cosiddetta fascia trasformata: imprese agricole spesso a conduzione familiare, o con un piccolo numero di addetti. Ma non mancano anche le aziende più organizzate.
Qui è nato il “Progetto Presidio” di Caritas Italiana. È stato inaugurato nel giugno 2014. Oggi è uno dei 18 “presidi” che la Caritas gestisce in tutto il territorio nazionale, laddove maggiori sono le emergenze della povertà e della marginalità sociale.
Il Presidio Caritas riceverà il 30 novembre, a Bologna, il premio “Colomba d’Oro per la Pace”, promosso dall’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo.
La “Colomba d’oro per la Pace” viene assegnata, ogni anno, a quattro personalità del mondo dell’informazione, che si sono distinte nel far conoscere esempi di gestione non violenta dei conflitti e della cooperazione internazionale, o che sono portatori di ideali di convivenza e dialogo fra i popoli.
La giuria del premio è composta da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta. Quest’anno sono stati premiati i giornalisti Michele Giorgio, Sara Manisera, Pietro Suber.
La Colomba d’oro internazionale è stata invece assegnata a Steve McCurry, celebre per i suoi scatti che “catturano” frammenti di umanità nei territori devastati dalle guerre. MuCurry è una delle personalità più prestigiose della fotografia oggi nel mondo.
Fin dalla sua istituzione (1986) il la “Colomba per la pace” ha premiato personalità importanti anche del panorama internazionale. Nel 1986 la giuria presieduta da Sandro Pertini premiò lo svedese Olaf palme. Poi toccò a Nelson Mandela (1987) a Mikhail Gorbaciov (1989). Poi ci sono stati Amnesty International (1991), la Comunità di sant’Egidio (1994), Giorgio Biguzzi (vescovo in sierra Leone, 2000), Gino Strada (2001), i pescatori di Lampedusa (2014) solo per citarne alcuni.
In alcuni anni, la Giuria ha assegnato anche dei premi speciali. Lo ha fatto premiando Tina Anselmi, il comune di Strazzera, don Luigi Ciotti. L’ultimo premio speciale è stato attribuito nel 2016 ai “corridoi umanitari” di Sant’Egidio, della federazione delle Chiese evangeliche e della Tavola valdese.
Nel 2018, il premio speciale viene nuovamente assegnato. E stavolta si è scelto il “presidio” di Marina di Acate. Avamposto della chiesa di servizio in Sicilia. In questi anni ha svolto un lavoro oscuro e silenzioso, al servizio di marginalità sociali che spesso sfuggono agli onori della cronaca. Vere e proprie sacche di povertà e di indigenza, di una vita vissuta al limite della dignità umana. Famiglie che vivono in abitazioni poco consone (quando non addirittura insalubri) bambini che non frequentano la scuola perché le loro abitazioni sono troppo distanti e non vi è alcun mezzo che possa trasportarli.
Il presidio, con il Centro Ascolto, è aperto un giorno la settimana. Un altro giorno è invece dedicato alla visita nelle case e nelle serre, laddove la gente vive tutti i giorni.
Si intercettano i bisogni primari, a partire dalle visite mediche che spesso, per queste persone, rimangono una chimera. Medici volontari, pediatri e, talvolta, anche alcuni specialisti prestano la loro opera per chi, senza di loro, non avrebbe mai la possibilità di curarsi adeguatamente. Molti professionisti, talvolta in maniera silenziosa, si donano senza risparmio. Molti volontari operano cercando di intercettare i bisogni essenziali.
I dati forniti dall’Osservatorio delle povertà della diocesi di Ragusa sono emblematici. Nel corso dell’ultimo anno (2017sono state aiutate quasi mille persone (997) che si sono rivolte al Centro ascolto; sono state effettuate 632 visite mediche gratuite; 75 persone hanno fatto ricorso al Presidio per chiedere assistenza legale per problemi amministrativi (permessi di soggiorno e altro) o di lavoro (calcolo dei giorni di lavoro e sussidi); distribuiti quintali di alimenti, vestiti e coperte.
In quella vasta zona situata tra Vittoria e Gela ci sono soprattutto tantissimi lavoratori romeni (il 49 per cento); i tunisini sono il 23 per cento (ma talvolta vivono da soli e non c’è con loro la famiglia). Vi sono poi albanesi (10 per cento), marocchini (8 per cento), italiani (5 per cento e si assistono, in misura minore, anche persone di altre nazionalità.
Uno spazio importante del lavoro dei volontari è dedicato ai minori: 95 quelli seguiti e 25 tra loro sono stati coinvolti in un laboratorio teatrale. «Molti di questi bambini non vanno a scuola – spiega il responsabile del presidio, Vincenzo La Monica – qualcuno non sa nemmeno leggere nella propria lingua d’origine. Il teatro è ciò che più riesce a unire bambini di età, culture e lingue diverse.
Sono stati realizzati due lavori, rappresentati poi a Vittoria e Ragusa: Serrerentola nel 2017, Pinocchio nel paese dei Farlocchi nel 2018. La prima è una trasposizione della favola resa celebre dai fratelli Grimm, adattata ai luoghi dove vivono i ragazzi, le vaste distese di serre della fascia trasformata. Il successo è enorme e va al di là dell’impegno e della bravura artistica dei piccoli attori improvvisati.
Quelle favole e quei lavori teatrali danno ai bambini la possibilità di essere protagonisti di avere qualcosa da dire a da dare anche davanti a un pubblico, tra i quali spiccano, forse per la prima volta, anche i loro genitori».
Il premio Colomba per la pace apre uno spaccato su tutto questo, su una zona nella quale sono più acuti i disagi causati dallo sfruttamento del lavoro agricolo. Il “progetto Presidio” è spesso l’unico avamposto in un territorio che, per certi versi, si può definire, “di frontiera”. Se le distanze geografiche non sono enormi, quelle sociali ed economiche lo sono e definiscono talvolta uno spaccato terribile di marginalità e di degrado. La Caritas, in alcuni momenti, ha collaborato anche con la Cgil che, nello stesso presidio, ha svolto un lavoro di supporto sindacale. Una collaborazione che presto potrebbe ripartire con un progetto coordinato dalla Prefettura di Ragusa.
La cerimonia di premiazione si svolgerà a Bologna, il prossimo 30 novembre. La Colomba con un ramo d’ulivo è un’opera dello scultore Pericle Fazzini. A ritirare il premio, a nome della Caritas diocesana, sarà Vincenzo La Monica. «Riceviamo questo premio con grande gioia – ha detto La Monica – e ci auguriamo che contribuisca a tenere alta l’attenzione sulle condizioni abitative, di vita e di lavoro di migliaia di persone che vivono ancora da invisibili sul nostro territorio, al fondo di un sistema produttivo arretrato e privo dei diritti fondamentali».