Otto millenni di ornamenti
Un repertorio ricco e raro al contempo, nella mostra Pulcherrima Res. Ornamenti del passato, a Catania.
Nella chiesa di S. Francesco Borgia, è possibile ammirare, fino al 21 gennaio, 460 pezzi in esposizione che provengono dalle raccolte del Medagliere del Museo archeologico palermitano “Antonio Salinas” e sono frutto di scavi per lo più effettuati in Sicilia. La mostra, giunta nella città dopo le tappe di Palermo nel 2005 e di Siena nel 2007, si presenta con un allestimento curato dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Catania.
Il percorso espositivo si snoda attraverso un vasto repertorio di manufatti che copre l’arco temporale che va dall’età preistorica a quella bizantina. Una sorta di Wunderkammer (stanza delle meraviglie) con ornamenti e gioielli diversi per tipologia – collane, fibule, anelli, orecchini, bracciali, diademi –, tecnica e valore simbolico. Ampia, naturalmente, anche la gamma dei materiali: conchiglie, ciottoli, ferro, argento, bronzo, gemme e vetro, con particolare accento alla produzione orafa così radicata in Sicilia.
Si inizia dai semplici reperti preistorici e protostorici, tra cui alcuni monili del mesolitico realizzati con i materiali presenti in natura. Si continua con i prodotti della cultura egizia, in particolare gli amuleti. Si passa poi alla presenza in Sicilia della cultura fenicio-punica con i suoi gioielli d’argento con decorazione a filigrana e granulazione derivata dal Medio Oriente, e alle collane in vetro. Segue l’oreficeria greca e romana, ben rappresentata da numerosi monili, per giungere infine al periodo bizantino. Oggetti in oro, bronzo e argento databili tra il I e il IX secolo d.C.; spesso di pregevole fattura soprattutto quelli in oro, espressione dell’abilità degli artigiani e della ricchezza dei committenti. Oreficeria, che non a caso, Etienne Boileau definirà nella metà del Duecento “l’arte dei re”.
Arti decorative, ma non solo. Dietro ogni oggetto, infatti, si nasconde spesso un significato sociale o religioso. Un’occasione sia per gli studiosi, per riflettere sulla circolazione dell’oreficeria antica in Sicilia, che per il grande pubblico per rivivere e scoprire le radici dell’identità culturale della nobile Sicilia, soprattutto nell’arte orafa. Ornamenti che a distanza di millenni ancora ci parlano e ci affascinano.