Osservatorio legalità e sicurezza

Nella Giornata della memoria in ricordo delle vittime delle mafie si inaugura un organismo per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata
quinta mafia

Realizzare attività di monitoraggio, analisi dei dati e migliorare le conoscenze sul fenomeno mafioso. Questo lo scopo con cui s’inaugura oggi a Piacenza l’Osservatorio legalità e sicurezza. Si tratta del primo nella regione Emilia Romagna e ha scelto come giorno di partenza proprio quello in cui ricorre la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, giunta alla sua 17ª edizione.  Quest’anno l’occasione sarà particolare, dal momento che ricorrono i dieci anni dalla morte del giudice Antonio Caponnetto e i 20 dalle stragi di via D’Amelio e di Capaci, costate la vita – rispettivamente – ai giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.
 
«Piacenza non è terra di mafia, ma la mafia c’è», quasi uno slogan quello pronunciato da Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto. Il capoluogo di provincia che confina con la Lombardia è sicuramente la città più tranquilla in Emilia Romagna, ma non è immune dalle infiltrazioni della malavita. Ecco allora che l’osservatorio vuole essere motivo di prevenzione. «Verranno fornite informazioni a commercianti ed enti locali per evitare infiltrazioni mafiose – così spiega il promotore dell’iniziativa, l’assessore provinciale alla sicurezza Maurizio Parma –; l’obiettivo dell’Osservatorio è infatti rafforzare gli anticorpi sociali contro le infiltrazioni della malavita organizzata, sviluppando il lavoro di rete già esistente con le istituzioni che, a diverso titolo, si occupano di legalità e promuovendo percorsi di sensibilizzazione rivolti soprattutto alle giovani generazioni».
 
L’organismo sarà attivo fino a giugno 2014. Per il presidente della Fondazione Caponnetto l’Osservatorio «è il modo con cui la città si vaccina dai fenomeni malavitosi». E, infatti, in Emilia Romagna, così come in tutto il Nord Italia, la penetrazione della mafia è iniziata negli anni Quaranta e la criminalità organizzata oggi opera per lo più tra i colletti bianchi, con fatturati stimati di 200 miliardi l’anno (se si contano anche le mafie straniere). Un dato importante che in questo caso non è stato né dimenticato né tralasciato, ma vuol essere combattuto iniziando a tessere una rete tra chi pensa che è possibile agire onestamente.
 

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