Ospitalità in rete
Quindici giorni a Edimburgo? Un sogno per i Moreau, una famiglia parigina come ce ne sono tante, composta da papà, mamma, due figli di 14 e 16 anni. I ragazzi chiedevano di non fare quell’anno le solite vacanze dai nonni… Il villaggio di campagna, sino ad allora teatro di tanti spensierati giochi all’aperto e di gustose merende consumate all’ombra della grande quercia, era sempre là, ad attenderli. Anche papà Michel avrebbe desiderato una vacanza diversa. Ma come? Alcune spese impreviste avevano ridotto di molto il budget familiare. Quando si imbatté per caso in un piccolo annuncio pubblicitario che offriva uno scambio di case per le vacanze tra famiglie. Chissà cosa c’è sotto – pensò subito sorridendo della trovata -: pur di vendere, ti fanno credere che è tutto gratis, o quasi. Invece, andando a fondo, si rese conto ben presto che era proprio così. Si mise in contatto con l’organizzazione, che faceva capo ad una distinta signora olandese, Marianne Peters. Gli piacquero lo stile amichevole, familiare, ed allo stesso temo tempo l’efficienza, la praticità e chiarezza con cui conduceva le trattative… et voila. Una famiglia scozzese avrebbe soggiornato per quindici giorni nella loro casa in Francia, mentre loro avrebbero avuto tutto il tempo di familiarizzare con le cornamuse. Ed ecco quanto riferisce un altro simpatico signore belga, anche lui entusiasta di questa formula ormai collaudata di vacanze all’insegna dell’ospitalità: Noi abbiamo quattro figli ancora piccoli, un’auto modesta e risorse limitate per le nostre vacanze . Anche lui, come il precedente signore francese, venne casualmente a conoscenza di Bon Voyage. La nostra prima destinazione è stata Folkestone, con le sue meravigliose falesie. Per tutto il nostro soggiorno, il tempo si è sempre mantenuto al meglio. Parecchie famiglie hanno già partecipato a questo scambio di case attraverso la mediazione della signora Peters. È lei, infatti, che vigila sui passaggi più delicati degli accordi, in modo da favorire uno spirito di autentica ospitalità. Occorre – spiega – che scatti qualcosa tra le due parti. Quando si trova qualcuno che conviene, occorre mettersi d’accordo sull’uso degli elettrodomestici, delle biciclette, del telefono. Talvolta c’è il giardino o le piante da curare o gli animali domestici da nutrire. Per chi infatti ha difficoltà a muoversi proprio a causa degli animali o delle piante, l’agenzia della signora Peters è in grado di fornire addirittura una lista abbastanza nutrita di… amici degli animali disposti a prendersi cura anche di loro in mancanza dei padroni. Tutto nacque una quindicina di anni fa durante una nostra meravigliosa vacanza che rimarrà per sempre impressa nella memoria. Una coppia di amici francesi ci propose uno scambio di case per le vacanze. Accettammo volentieri, e nel giro di pochi giorni cedemmo il nostro appartamento su una delle vie più trafficate per andare con i nostri cinque ragazzi in una stupenda villa con piscina e giardino. Tornati a casa, iniziai a pensare che forse quell’esperienza poteva essere estesa ad altre persone. Iniziò col preparare un elenco di amici e conoscenti che potevano avere interessi del genere. Scrisse un centinaio di lettere, spiegando la sua proposta. Vennero le prime risposte positive, col tempo la rete si allargò, mentre si precisavano gli obiettivi. Fu messa a punto una formula di vacanze realmente adatte alle varie esigenze familiari, che fossero economiche, ed in cui nessuno si sentisse straniero, ma accolto come in casa propria. Una formula fatta di piccoli gesti di amicizia: lasciare un fiore, un biglietto, la cartina con gli indirizzi utili. Perché è anche attraverso questi – spiegano gli organizzatori della rete – che passano nuove vie di unità e di pace. Ci siamo sentiti due volte ricchi – così ricordano un soggiorno in una casa ospitale due inserzionisti – perché abbiamo potuto trascorrere le nostre vacanze in un’abitazione così spaziosa, e impreziosita da mobili antichi. E grazie per il purissimo godimento spirituale che il vostro pianoforte ci ha procurato. Grazie per averci permesso di suonarlo.