Oscar 2010
Vince a sorpresa The Hurt Locker di Kathryn Bigelow. Sconfitte le star e le major.
Se Avatar di Cameron ha vinto al botteghino (2,5 miliardi di dollari), la Notte delle stelle è stata per The Hurt Locker della Bigelow (Oscar per miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, più altri tre minori). Eppure, il produttore, Nicolas Chartier, era stato squalificato per aver inondato i giurati con questa e-mail: «Votate The Hurt Locker, film indipendente, e non un kolossal da 500 milioni di dollari». Così Chartier non ha potuto ritirare di persona le statuette della serata: a Hollywood non esistono decreti che chiudono un occhio.
Invece, si è presa una rivincita la Bigelow, ex moglie di Cameron. Sfatando il detto “tra moglie e marito non mettere il dito”, i giurati dell’82a edizione il dito ce l’hanno messo: una scelta che scatenerà un diluvio di interpretazioni. Certo, il voto del 2010 è un colpo per la tradizione di un premio corporativo, che privilegia la potenza del sistema e la sua autorità imprenditoriale, prostrandosi dinanzi al tycoon di turno. C’è l’indicazione di un significato culturale e politico. Culturale, perché le statuette a The Hurt Locker hanno voltato le spalle ai film dove i veri autori sono i capitali di Wall Street; politico perché, di fronte a un film che parla della scia di dolore che ogni guerra porta con sé, il voto a suo favore si è caricato di un messaggio di pace.
Prima donna a vincere l’Oscar, la Bigelow ha lasciato all’ex marito solo il premio per la fotografia (all’italiano Mauro Fiore) e per gli effetti speciali (ad Avatar).
Sorprese anche sul fronte attoriale. Sandra Bullock, definita la sera prima “peggior attrice del 2009”, ha vinto l’Award per l’interpretazione in The Blind Side, superando Meryl Streep e Helen Mirren.
Jeff Bridges, poi, al quinto tentativo, ha centrato l’alloro del miglior attore con Crazy Heart: storia di un cantante country in declino che trascina la sua vita fra un localaccio e l’altro.
Il miglior film straniero? Un outsider, l’argentino El secreto de sus ojos di Juan Cosé Campanella. Quanto all’Italia, dopo Mauro Fiore è toccato a Michael Giacchino, Oscar per la miglior colonna sonora con Up, film d’animazione della Disney-Pixar.