Oro mondiale nonostante tutto
Quando sostenere una promessa dello sport premia un Paese.
Se sei nato in Botswana e desideri emergere nello sport, hai davanti un arduo compito. In questo Paese dell’Africa del Sud le condizioni di vita non sono certo facili, basti pensare che la metà della popolazione vive con due dollari statunitensi al giorno e che negli ultimi anni il virus portatore dell’Aids ha colpito quasi il 40 per cento degli adulti, provocando un forte calo demografico. Figurarsi se in questo contesto si può sognare e si possono avere i mezzi per fare dello sport una vera professione…
Nonostante tutto, Amantle Montsho ci ha sempre creduto e grazie al supporto fornitole dalla Federazione internazionale di atletica leggera, che sostiene i giovani più promettenti dei Paesi meno fortunati del mondo, ha potuto andare a vivere e ad allenarsi nel centro tecnico di Dakar, in Senegal. Così, ai mondiali di Daegu, ha vinto i 400 metri femminili, regalando la prima medaglia importante al suo Paese. I suoi connazionali hanno festeggiato a lungo per le strade sventolando le bandiere del Botswana in cui, insieme all’azzurro simbolo dell’acqua, due righe bianche e una nera testimoniano la pace sociale che esiste, a differenza di altre nazioni della stessa area geografica, tra bianchi e neri.