Orlando e il mistero del male

Riflessioni nel giorno della strage in Florida 
ANSA ORLANDO

Circa cinquanta persone uccise a Orlando in Florida, in un locale frequentato da omosessuali. L’assassino si chiama Omar Mateen, un giovane musulmano americano. Stamattina il vangelo della liturgia  era un brano delle beatitudini.

 

Dice il testo: «Avete inteso che fu detto: occhio per occhio, dente per dente, ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra». Il vangelo di Matteo va oltre la legge antica del taglione, quella che prevedeva una proporzionalità della violenza, l’occhio per occhio. In essa c’era una corrispondenza, che attenua la celebrazione della violenza. L’antichissima legge di Lamec prevedeva l’improporzionalità della violenza, uccidere una persona per una scalfittura. La legge dell’Antico testamento, con la sua proporzionalità perfetta, segna un passo avanti.

 

Stamattina le notizie da Orlando rimbalzavano sulla parola di Dio, con uno scialo assoluto di sangue e di morte. Qual è la risposta di Gesù rispetto a quanto accade? È la risposta di chi è chiamato a non opporsi, a non resistere al malvagio e addirittura «se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra».

 

Verrebbe da dire una risposta di ingenuità di fronte a un male che s'accende all’improvviso e brucia ogni sentimento di pace e di perdono. Ma è proprio di fronte a queste tragedie che il vangelo non può essere messo tra parentesi, non può essere velato, nella convinzione che un vangelo attenuato permetta risposte più adeguate, credibili e convincenti.

 

La libera circolazione e commercializzazione delle armi non ha impedito l’ennesima strage, oggi a Orlando, ma ieri in altre e diverse città degli Stati Uniti. La pena di morte non ha evitato  stragi degne di una guerra su inermi e innocenti. La violenza non migliora la società, anzi la imbarbarisce.

 

Il Signore  vuole indicare un’altra via: la via della non resistenza al malvagio e il porgere l’altra guancia. Gesù non è un ingenuo, ma indica una presa di distanza netta dalla violenza, a qualunque titolo, dal conflitto aperto con colui che fa del male e della violenza la sua strategia, fino ad accettare la debolezza, che diviene forza.

 

Ancora Gesù, al cap.13 di Luca, di fronte alla strage della torre di Siloe, dà un'indicazione sorprendente che mette in questione i discepoli del Signore: «Se non vi convertite perirete tutti allo sesso modo». E la conversione è il cambiare vita rispetto alla giustificazione della guerra, al legittimare le armi e il loro uso, al comprarle e a venderle spesso in nome di un credo religioso che viene in questo modo sfigurato e violentato come segno di pace e di perdono.

 

Anche oggi di fronte a questo crimine, che cancella la storia di tanti innocenti, l’appello è a vivere il vangelo nella sua inermità, davvero senza armi, senza guerra, senza ritorsioni, senza vendetta, secondo lo stile di quel messia Gesù, che è mite e umile di cuori.

 

Qualcuno ha rivendicato per calcolo politico il pugno duro, ma oggi i discepoli del Signore sono chiamati a celebrare il concilio del perdono, l’unico concilio che può unire le chiese, le culture, le religioni, le persone di buona volontà in una vocazione condivisa alla pace e all’unità.

 

Oggi papa Francesco, con le sua parola di fraternità e di paternità nei confronti dei nostri fratelli omosessuali, ci permette di entrare in quel locale di Orlando con la parola della resistenza spirituale al malvagio e del porgere l’altra guancia, della conversione di ciascuno. Questa è la via della misericordia, che le vittime indicano non solo al popolo americano ma  a tutti i popoli.

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