Orizzonte triadico della metafisica e “nulla” in Platone, Hegel e Campanella
Il presente articolo si propone di ricostruire l’orizzonte triadico della metafisica muovendo dalla “seconda navigazione” di Platone, che mette in luce in modo immediato l’unità di Essere, Conoscenza e Bene. Questi tre momenti sono concepiti, nella mediazione intellettualistica assoluta dell’idealismo di Hegel, come uniti nella negazione e contraddizione: il Bene, come dover essere, è sì l’unità di Realtà e Idea, ma proprio per questo esso rimane un mero postulato assoluto. Nella metafisica primalitativa di Campanella i tre momenti (Potenza, Sapienza e Amore) si rivelano come toticipazione. Questa costituisce la pura positività del fondamento divino dell’Essere di cui l’uomo partecipa. Il negativo e la contraddizione, che caratterizzano ogni essere limitato che partecipa del fondamento, vengono “limitati” alla dimensione spazio-temporale. L’uomo si rivela così “salvo” nell’Essere e tuttavia essere limitato, chiamato perciò a restituire il senso di questa salvezza facendosi Uno nella comunione con l’“altro”.