Oratorio per corpi e voci dal labirinto del Minotauro

Gli appuntamenti di teatro e danza di fine settembre

Oratorio per corpi e voci dal labirinto del Minotauro

Dopo un primo studio per chapiteaux, nato in residenza al festival di Pennabilli e lì presentato, i registi Emanuele Conte e Michela Lucenti ora ripensano per il palcoscenico il grande mito del Labirinto e del Minotauro, e danno corpo e voce a questo racconto, epico e familiare, in uno spettacolo che nasce dalla terra e dal sudore invadendo tutti gli spazi del teatro, per trasformarlo in un labirinto/casa dove rinchiudere “il mostro” e consumare il sacrificio all’interno della famiglia. Il legame tra Conte e Lucenti è andato oltre la messa in scena degli spettacoli, nel corso del tempo è diventato qualcosa di più articolato e ambizioso. La creazione di un linguaggio artistico totale che mette al centro l’attore-performer, per un teatro sia fisico che di parola, dove i testi originali – spesso legati al mito – e le coreografie sono in costante dialogo con allestimenti scenografici potenti ed evocativi. “AXTO – Oratorio per corpi e voci dal labirinto”, testo Emanuele Conte
regia di Emanuele Conte e Michela Lucenti, coreografie Michela Lucenti, impianto scenico Emanuele Conte, luci Andrea Torazza, costumi Daniela De Blasio, rielaborazioni musicali Massimo Calcagno. Produzione del Teatro della Tosse, Balletto Civile e Festival Artisti in Piazza. A Genova, Teatro della Tosse, dal 25 al 30/9

Il miracolo del Cenacolo

Sonia Bergamasco fa rivivere Fernanda Wittgens, attraverso i suoi scritti, appunti e note. Una donna simbolo dell’impegno civile contro l’orrore della guerra e delle leggi razziali e contro la distruzione della bellezza, diventa racconto. Raffinata studiosa, storica e critica d’arte, prima donna Soprintendente alle Gallerie di Milano, Wittgens partecipò con tempestività ed energia alla messa in atto di un piano di salvaguardia di numerosi monumenti milanesi contro il rischio di irreparabili danni di guerra. Anche l’Ultima cena, l’opera di Leonardo da Vinci, venne riparata dai colpi d’arma da fuoco, dalla violenza delle esplosioni e venne sottratta miracolosamente alla distruzione. Nella Milano del dopoguerra, Wittgens operò un nuovo miracolo: agì con tutta la propria determinazione perché la ricostruzione dei monumenti fosse considerata necessaria e prioritaria, al pari di quella delle fabbriche, delle centrali energetiche, degli ospedali e delle scuole. “Il miracolo della cena”, regia di Marco Rampoldi, collaborazione drammaturgica Paola Ornati, con Sonia Bergamasco. Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Cenacolo Vinciano (Piazza di Santa Maria delle Grazie), 25/9; Piccolo Teatro Grassi, il 26 e 27.

Festival “La democrazia del corpo” a Firenze

Il Festival, diretto da Virgilio Sieni, si snoda dal 25/9 al 30/10 con un ricco programma di spettacoli, creazioni site specific, residenze e incontri, pratiche di trasmissione con coreografi, danzatori, performer e cittadini di ogni età, formazione o provenienza. La democrazia del corpo intende così aprire degli spazi di riflessione e di vissuto sull’esperienza del corpo. Le azioni che si diramano ricercano uno sguardo tattile sul gesto e gli artisti invitati sono chiamati a riflettere sulla capacità dell’uomo di mettersi in opera attraverso le pratiche e la visione. L’apertura, il 27 settembre, è affidata alla coreografa argentina attiva in Belgio Ayelen Parolin che presenta in prima nazionale Autoctonos II, quintetto formato da una pianista e 4 danzatori. Un lavoro basato sulla tenacia fisica dei performer, potenza a fior di pelle che fa esplodere la forza guerriera del gruppo. Nel quadro del Progetto Goldberg, Adriana Borriello, formatasi al Mudra di Béjart e tra i fondatori del gruppo Rosas di A.T. de Keersmaeker, presenta Duo Goldberg, concerto per due strumenti: un corpo e un pianoforte. In scena, la stessa coreografa e la pianista Gilda Buttà (6/10).

Storie di rifugiati a Roma

Le migrazioni di uomini e donne, oggi come ieri, alla ricerca di una vita migliore. Lo spettacolo, attraverso prosa, danza, canto, musica, immagini e suoni torna ad accendere un faro sulle storie, spesso drammatiche, di coloro che lasciano le proprie terre di origine. Protagoniste le storie di immigrazione verso l’Europa, meta di salvezza da guerre e violenza, che ogni giorno vediamo raccontate dai nostri telegiornali, ma anche le storie di migrazione di tanti italiani che un secolo fa hanno lasciato il loro Paese con la speranza di un futuro diverso. In scena, accanto al giovane gambiano Lamin Touray, che racconta in maniera toccante la sua storia, le attrici Marianella Bargilli e Valeria Contadino che interpretano l’odissea di due donne italiane che nei primi decenni del ‘900 migrarono verso le Americhe. “Refugees… voi come noi”, scritto da Ugo Bentivegna e Lorenza Fruci, regia Ugo Bentivegna, con Marianella Bargilli, Valeria Contadino, Lamin Touray, Enrica Arcuri, Marco Ciardo e Danilo Faiulo; scene e costumi Erminia Palmieri, video e luci Francesca Corso. A Roma,
 Giardini di Castel Sant’Angelo, dal 28 al 30/9.

Ricordo di una madre

In questo spettacolo Nicola Russo, in scena con Sandra Toffolatti, parte dal ricordo di sua madre. Attraverso una scrittura intima in cui convivono ricordi e invenzioni, il regista e attore ha lavorato su un personale dialogo con una madre non più in vita ma decisamente presente per raccontare di come l’assenza di una persona possa essere più ingombrante della sua presenza. Un dialogo impossibile, una riflessione su quel che resta dopo la morte, su come a volte solo l’assenza di una persona riesca a farci comunicare grazie alla traccia indelebile del carattere, che ritorna sempre, forte e nitido. “Io lavoro per la morte”, testo e regia di Nicola Russo. A Roma, Piccolo Eliseo, dal 28 al 30/9.

 

Lettura/studio di Vinicio Marchioni

Bagno finale di Roberto Lerici, in questa lettura/studio di Vinicio Marchioni, è un “atto unico per attore solista”, come recita il sottotitolo dello script. Un uomo si chiude in un bagno e, attraverso vari dialetti, dà voce a dei moderni Amleto, Casanova, Faust e Mefistofele, Sade e Robinson Crusoe, portando in scena un’escalation di intimo delirio dell’uomo contemporaneo, che diviene pubblico attraverso questi personaggi. A Roma, Piccolo Eliseo, dal 25 al 27/9.

 

 

 

 

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