Oppenheimer, le vittime sconosciute di una scelta irreversibile
Il drammatico conflitto in Ucraina ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il tema delle armi nucleari ed il successo mondiale dell’ultimo film del regista britannico Cristopher Nolan intitolato Oppenheimer, ne è una prova evidente.
Il film biografico sul fisico statunitense, basato sul libro di Kai Bird e di M. J. Sherwin, vincitore nel 2006 del Premio Pulitzer, [1] ha riscosso un tale successo che il nome Oppenheimer è diventato, in poche settimane, un hastag sui social media. Secondo i dati del box office, il film di Nolan è il biopic[2] con il più alto incasso della storia del cinema, mentre in Italia, come riportano i dati di Wikipedia Foundation, le voci relative al protagonista del film e alla bomba atomica, hanno registrato, in poche settimane, un numero impressionante di visualizzazioni.[3]
La fortunata pellicola di Nolan, ripercorre, attraverso una suggestiva e coinvolgente alternanza di flashback, la vita di Oppenheimer dai suoi primi studi in Europa, alla direzione scientifica del Progetto Manhattan, fino alla sua pubblica umiliazione nel 1954 quando un’udienza lo privò non solo del nulla osta di sicurezza, ma soprattutto della sua dignità di scienziato e di uomo.
Il successo del film è sicuramente legato sia ad una eccellente regia sia ad una magistrale interpretazione del talentuoso attore irlandese Cillian Murphy il quale ha saputo interpretare e trasmettere al pubblico le tante sfumature emotive di una figura complessa e contraddittoria come quella del “padre della bomba atomica”.
La colonna sonora, composta da Ludwig Goransson, merita una menzione speciale poiché riveste nel film un ruolo di primo piano grazie ad una partitura di violini ed arpa che accompagna tutti i momenti più salienti della narrazione, compreso il sorprendente ed interminabile silenzio relativo alla scena del Trinity Test che sottolinea la drammaticità dell’evento ed il passaggio da un mondo ancora privo di un così letale strumento di morte ad uno in cui l’arma atomica gioca un ruolo determinante sulle sorti dell’intera umanità.
Il film trasmette sentimenti contrastanti, una miscela di emozioni difficili da decifrare ed un messaggio tutt’altro che anacronistico di una scienza legata a poteri forti quali quelli militari e politici che non esitano, in circostanze estreme, a sacrificare le vite di persone innocenti in nome di un bene (definito) più grande.
Pochi sanno che il programma di ricerca e gli esprimenti legati alla costruzione della bomba atomica, meglio conosciuto come Progetto Manhattan, ebbe luogo a Los Alamos ed il sito in questione, selezionato nel 1944, faceva parte di una lista di altri otto possibili siti sparsi tra Texas, New Mexico, California e Colorado.
Il deserto del New Mexico fu scelto per il suo presunto essere disabitato, ma in realtà, nel raggio di 150 miglia dall’esplosione, vivevano quasi mezzo milione di persone, completamente ignare di ciò che stava succedendo intorno a loro[4].
Il governo degli Stati Uniti, in procinto di sperimentare l’arma più letale mai inventata dall’uomo, decise di non informare la popolazione circostante ed il motivo di questa scelta fu giustificato dalla necessità, in tempo di guerra, di mantenere la totale segretezza del progetto, obiettivo considerato prioritario rispetto alla morte di persone innocenti.
Il 16 luglio 1945 ebbe luogo il cosiddetto Trinity Test che provocò un’esplosione nucleare in grado di emettere un calore migliaia di volte superiore a quello della superficie del sole e, subito dopo, una nuvola contenente particelle radioattive raggiunse persone, campi, acqua e bestiame per un raggio di centinaia di chilometri.
Solo quando si diffuse la notizia che gli Stati Uniti avevano sganciato le bombe nucleari sulle due città del Giappone, gli abitanti delle zone limitrofe al test atomico capirono cosa realmente era stata quella enorme colonna di fuoco tanto brillante da essere vista in Messico, Arizona e Texas.
Il governo ed i militari statunitensi, ad esplosione avvenuta, continuarono a coprire la reale portata dell’esperimento, ma le conseguenze nefaste non tardarono ad arrivare poiché tutto ciò che la popolazione locale mangiò e bevve dopo il test del 16 luglio 1945 era contaminato, con effetti irreversibili sulla loro salute.
Se la storia dei civili americani nel deserto del New Mexico risulta per lo più sconosciuta e lo stesso Nolan non ne fa alcun cenno, quella relativa alle vittime di Hiroshima e Nagasaki è invece tristemente famosa.
Tuttavia nel film quella immane tragedia viene menzionata solo due volte, quasi come se le persone rimaste uccise da bombardamenti (circa 300.000) siano state relegate sullo sfondo e di conseguenza disumanizzate.
In realtà seppur la trama sia incentrata prevalentemente sulla figura di Oppenheimer, c’è un costante riferimento al pericolo rappresentato dalle armi nucleari e la voluta assenza di immagini di dolore e sangue è stata sostituita da un unico fotogramma che mostra un mucchio di cenere, quasi fosse un monito rivolto a tutti noi che un olocausto nucleare, nel passato come nel presente, può colpire in ogni momento, ogni essere umano.
La sfida cinematografica di raccontare la vita di Oppenheimer, evidenziandone il suo volto più umano e tormentato non può lasciare indifferenti tanto che, a conclusione del film, emergono sentimenti ambivalenti: se da una parte prevale l’assoluzione etica e morale del distruttore dei mondi così come si è definito lo stesso Oppenheimer, dall’altra ci si trova sopraffatti e angosciati dalla consapevolezza che le conseguenze scaturite dall’invenzione della bomba atomica sono divenute, da quel momento in poi, irreversibili.
A dimostrazione di ciò, a quasi ottant’anni dalla prima esplosione avvenuta nel New Mexico, tutti noi viviamo sotto la costante minaccia di migliaia di testate nucleari, possedute ormai non solo dagli Stati Uniti, ma da molti altri Paesi e che la odierna tecnologia ha reso talmente pericolose e letali che esse sono oggi in grado di annientare non un singolo nemico ma l’intera umanità.
[1] K.Bird, M. J. Sherwin (2005): American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer,
[2] Dall’inglese biographic (motion) picture, ovvero genere cinematografico incentrato su tematiche biografiche. (Treccani)
[3]“ Oppenheimer ha accesso la curiosità degli italiani sulla Seconda Guerra Mondiale” pubblicato sul sito Libreriamo il 16 settembre 2023: https://libreriamo.it/intrattenimento/cinema/oppenheimer-curiosita/
[4] L. M.M. Blume, Collateral damage: American civilian survivors of the 1945 Trinity test, pubblicato sul Bullettin of the Atomic Scientists il 17 luglio 2023: https://thebulletin.org/premium/2023-07/collateral-damage-american-civilian-survivors-of-the-1945-trinity-test.