Operazioni umanitarie irrisolte: il caso Live Aid

Lo scandalo del caso Live Aid, la campagna di raccolta fondi ideata dal cantante irlandese Bob Geldof per sopperire alla crisi in Etiopia del 1984.
Bob Geldof, cantante irlandese dei Boomtown Rats e organizzatore del concerto di aiuto alla fame Live Aid, si esibisce durante il Live Aid allo stadio di Wembley a Londra, Inghilterra, il 13 luglio 1985.(AP Photo)

Bob Geldof, un cantante, attore e attivista irlandese, decise di creare nel 1985 le campagne Band Aid (gruppo musicale per scopi benefici) e Live Aid (un concerto tenutosi il 13 luglio 1985 al Wembley Stadium di Londra e al John F. Kennedy Stadium di Filadelfia in contemporanea). Questi progetti che comprendevano una serie di azioni organizzate per “soccorrere la carestia” etiope che in quegli anni stava causando numerose vittime, tra cui molti bambini. Il movimento ebbe un enorme successo e raccolse milioni di dollari. Ottenne però anche delle critiche sul fatto che trattò la carestia alla stregua di un qualsiasi disastro naturale, ignorando il ruolo del governo etiope nella faccenda.

Questa azione arrivò come conseguenza a un’amplificazione da parte dei media di una situazione ingiusta: i bambini etiopi che nel 1984 morivano di fame. La diffusione di queste immagini portò ad un’azione giudicabile, a posteriori, fuori luogo. Furono però proprio i media a indagare e denunciare quello che stava accadendo con Live Aid, aiutando a smascherare un’azione di aiuto umanitario che si rivelò, in realtà, fallace in molti punti.

Persone camminano da una zona rurale verso una città vicina dove si stava svolgendo una distribuzione di cibo gestita dalla Società di Soccorso del Tigray, vicino alla città di Agula, nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia, l’8 maggio 2021. (Foto AP/Ben Curtis)

Per capire in breve quale sia la situazione, si riprendono di seguito le spiegazioni di uno scrittore e analista politico americano, David Rieff, che si concentra molto nella sua carriera su questioni di conflitto internazionale e umanitarismo. Scrisse un articolo pubblicato nel luglio del 2005 sulla rivista Prospect e ripreso dal The Guardian (“Cruel to be kind?”, David Rieff, theguardian.com, 24 giugno 2005). Il titolo “Cruel to be kind?” (Crudele essere gentili?) è significativo. Rieff scrisse dell’iniziativa di Bob Geldolf e della situazione in Etiopia, mostrando sì come poteva da un lato aver risparmiato delle vite, ma allo stesso tempo criticando il fatto che aveva con alta probabilità aiutato a causare la fine di molte altre.

Forse per un’ingenuità di fondo, un’inconsapevolezza e un mancato studio della situazione, sommato alla convinzione che, afferma lo scrittore, per molte organizzazioni umanitarie «qualsiasi critica “non costruttiva”, specialmente quella che implica che sarebbe stato meglio astenersi dall’agire, è solo una sciocchezza nichilista», si è portata avanti un’azione con tante contraddizioni e opposizioni. Prima fra tutte MSF (la francese Médecins sans frontières) commise questo errore. Resasi conto, si tirò indietro e, dopo essere stata espulsa dall’Etiopia, denunciò quello che stava accadendo nel Paese.

Si faccia un passo indietro, è noto che «per molti professionisti del soccorso, la copertura mediatica e le celebrità sono sempre state cruciali [..] Ma ogni operatore umanitario esperto sapeva allora, e sa oggi, che non c’è un legame necessario tra la raccolta di fondi per una buona causa e il fatto che quei soldi siano spesi bene».

Di base, la carestia in Etiopia venne trattata come una sorta di disastro naturale non causato dall’uomo, quindi si decise che fosse giusto intervenire. Ma la situazione era molto più complicata di così. Racconta David Rieff:

Un operaio stende lavora in preparazione del concerto Live Aid di sabato 12 luglio 1985 a Filadelfia, Pa. Dietro di lui il logo della campagna. (AP Photo/Rusty Kennedy)

«L’Etiopia del 1985 era un caso molto diverso. In quel caso, la carestia fu il prodotto di tre elementi, di cui solo uno poteva essere definito naturale: una siccità di due anni nella subregione del Sahel. Gli altri due fattori erano interamente causati dall’uomo. Il primo è stata la dislocazione imposta dalle guerre condotte dal governo di Addis Abeba contro i guerriglieri eritrei e il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigrè. Il secondo, più grave, è stata la politica di collettivizzazione agricola forzata perseguita senza pietà da Mengistu Haile Mariam e dai suoi colleghi del Dergue (comitato). Nel 1974 avevano rovesciato Haile Selassie (e adottato ufficialmente il comunismo come credo nel 1984)».

Sono queste le politiche che gli aiuti umanitari, spinti e finanziati in parte da Gedolf, avrebbero involontariamente favorito. Inoltre, «il governo di Addis Abeba è diventato sempre più abile nel manipolare queste Ong finanziate da Live Aid». Talmente tanto che «con l’intensificarsi delle deportazioni, i funzionari etiopi hanno iniziato a fare irruzione nei campi profughi e nei centri di alimentazione allestiti dalle agenzie di soccorso», senza apparente resistenza da parte delle Organizzazioni. Dagli Stati Uniti però, da un certo momento, iniziarono ad arrivare pressioni affinché le Ong non sostenessero questo programma di reinsediamento del Governo etiope. Un episodio significativo del passato che è preso come esempio nell’articolo sul The Guardian:

«La questione della collusione tra il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e il regime nazista rimane una delle grandi controversie del mondo umanitario. Il CICR era effettivamente a conoscenza dei campi di sterminio nazisti. Ma decise che la sua capacità di adempiere al mandato di assistere i prigionieri di guerra sarebbe stata messa in pericolo dal riconoscimento pubblico di Auschwitz. Oggi, la linea ufficiale del CICR è che le sue azioni durante la Seconda guerra mondiale furono un tragico errore: di fronte al male radicale dei campi di concentramento, l’organizzazione avrebbe dovuto sfidare le proprie norme di neutralità e riservatezza e parlare».

«Con l’eccezione di MSF, ciò che né il mondo dell’assistenza, né le Nazioni Unite, né Geldof hanno mai capito è che anche il regime di Mengistu – destituito nel 1991 – ha commesso omicidi di massa nel programma di reinsediamento in cui sono stati utilizzati i fondi di Live Aid e in cui hanno operato le Ong che hanno utilizzato i fondi di Live Aid».

Paradosso del paradosso, di recente la BBC, il più importante editore televisivo del Regno Unito, ha riportato che solo il 5% dei 100 milioni di dollari raccolti per l’Etiopia ha raggiunto la popolazione colpita. Un’affermazione tuttavia negata in maniera veemente da Geldof.

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