Oltre la retorica dei poveri

Reti della carità a Bologna, nella città dove si  pose, con il cardinal Lercaro, la povertà della chiesa e il mistero di Cristo povero nei poveri al cuore della ricerca di tutto il Concilio Vaticano II.
ansa povertà

Oltre centoventi persone lunedì mattina 17 ottobre si sono riunite a convegno, per continuare il viaggio delle reti della carità.

L’incontro e avvenuto a Bologna, nella diocesi del cardinale Lercaro e di don Giuseppe Dossetti. una singolare e provvidenziale circostanza,perche ancora oggi si avverte la forza profetica del discorso del card, Lercaro in concilio,il 6 dicembre 1962,quando pose la povertà della chiesa e il mistero di Cristo povero nei poveri al cuore della ricerca di tutto il concilio.

 

Il vescovo attuale di Bologna, Matteo Zuppi, aprendo il convegno è ritornato su questo a indicare la strada mai perduta del vangelo, anche se in questi cinquanta anni spesso si à dimenticata  la parola feconda della povertà al cuore della chiesa, e il magistero dei poveri per una comprensione migliore del vangelo.

 

Il convegno avviene ad un anno dal discorso di papa Francesco alla chiesa italiana, dove si supera il cristianesimo pelagiano, che per secoli ha infettato la presenza nella storia dei cristiani,in cerca di potere e di opere di potere,negando nei fatti la ricerca umile e disarmata del vangelo.

 

In molti hanno dimenticato il discorso di papa Francesco.Hanno preferito la via della cultura e dell’essere dotti e si sono ritrovati in una nuova ricerca di potere. Una chiesa tiepida, dalle ginocchia infiacchite .Timorosa del mondo e delle sue logiche .

 

Si preferisce la retorica dei poveri al riconoscimento del loro mistero. Si teme l’accoglienza e preferiamo la paura. Si corre il rischio di una carità di stato e teniamo ai margini chi bussa alla nostra porta, senza capire che Dio si fa pellegrino e mendicante sulle nostre strade

 

Quando papa Francesco ha insistito più volte sul fatto che la chiesa non sia una Ong, affronta questo problema:un cristianesimo che si fa sociologia e non confessione della fede:azione politica e non annuncio disarmato del vangelo.

 

Don Colmegna, il grande animatore dell’incontro insieme a Maria Grazia Guida, ha tenuto le fila di un dialogo complesso e fecondo,soprattutto nello stimolare i protagonisti di questo viaggio, da don Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità a Napoli,  a don Giovanni Nicolini parroco alla Dozza a Bologna,alle suore di Pian di Scò,e ai tanti cristiani presenti ,con mille storie di vita comune e che si riconoscono in questo luogo di libertà, di dialogo e di ricerca cristiana ,vissuti nella quotidianità dei giorni.

 

Il pomeriggio si è concluso con l’intervento di Romano Prodi, che ha consegnato una visione del mondo ,che si misura con la sfida della terza guerra mondiale fatta a pezzi .Uno sguardo realista di fronte ai conflitti in atto e al tempo stesso una parola profetica,per non cadere nel pessimismo che uccide  e nel disimpegno che umilia.

 

Il giudizio sulla politica, che si arrende facilmente alla guerra, e sui politici che usano la guerra per interessi economici e di parte ,è stato severo e non poteva essere diversamente .L’Ucraina,la Libia,la  Siria e il Medio oriente sono davanti ai nostri occhi con tutta la loro tragedia  e con una politica rivolta all’indietro e senza futuro.

 

Il viaggio continua. Un prossimo incontro è previsto per il mese di novembre e si affronteranno le nuove sfide delle migrazioni. Lungo la strada ci mettiamo in ginocchio di fronte all’uomo battuto e lo portiamo dal locandiere. Conversione e presa in cura, sapendo che il locandiere impara l’amore in ogni momento,quando qualcuno ferito bussa alla sua porta .Il samaritano e il locandiere  come misura di un amore ,pronto a dare la vita

 

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