Oltre la filantropia
Il 4 febbraio 2017 papa Francesco ha incontrato in sala Nervi gli imprenditori, i lavoratori, gli studiosi e i giovani che vivono nel mondo l’Economia di Comunione nella libertà (vedi pp. 20-23). Felici di questo privilegio, sono giunti in 1200, per la metà da 54 nazioni, spesso lontane (i coreani, i russi e gli africani nei loro colorati costumi tradizionali), tutti hanno accolto con festa e doni Bergoglio, che Luigino Bruni ha ringraziato a nome di tutti, lasciando poi la parola alle brevi e commosse testimonianze di una banchiera del microcredito filippina, di un congolese responsabile di un centro medico e di due giovani dedicate alla diffusione del progetto, una avvocato brasiliana e una comunicatrice sociale argentina. Papa Francesco si è subito detto interessato a questo coniugare l’economia con la comunione, che propone alle imprese di farsi ambiti di inclusione e agli imprenditori di farsi amore per gli scartati dal sistema economico, donando profitti, talenti e loro stessi, per diffondere una economia che superi la filantropia compassionevole delle vittime del sistema ed operi perché di vittime non se ne producano più.
Il papa ha rassicurato che non conta la modesta dimensione del progetto davanti alla economia del mondo, perché sono i piccoli gruppi a indicare i nuovi obiettivi, se non perdono di vista le istanze per cui si è nati e conservano lo slancio e la purezza iniziale: basta poco sale per dare sapore e poco lievito per lievitare la pasta. Il segreto per conservare sapore e vitalità sta nell’operare nella reciprocità con spirito fraterno.
Il denaro, se condiviso, è una risorsa preziosa, ma diventa un idolo quando accumulato come oggi nei potenti gruppi internazionali che sanno ottenere leggi e accordi per non versare il dovuto per i loro profitti alle comunità in cui prosperano utilizzandone i servizi, risorse che servirebbero per l’innovazione, la ricerca e creare posti di lavoro.Così esse diventano “strutture di peccato” incapaci di solidarietà, causa importante del presente disagio mondiale. Papa Francesco ha invitato i presenti a non tenere per sé il “carisma” di Chiara Lubich in campo economico, a proporre una economia che non produce emarginati, che può essere vissuta con coraggio, umiltà e gioia.