Oltre la disabilità
Lo sport dei disabili si sta sviluppando sempre più e amplia la nostra conoscenza culturale sportiva, offrendoci un lato a noi sconosciuto dell’attività sportiva. L’articolo da voi pubblicato tratta la vincita dei disabili, che è il tema principale.
Secondo me è una cosa eccezionale poter vedere una persona "diversa" da noi, anche se solo fisicamente, fare ciò che facciamo noi, è giusto dar loro le stesse possibilità nostre nel compimento della loro passione, che in questo caso è lo sport. Veder sciare un atleta differente dal normale mi riempie il cuore di gioia e di orgoglio, perché in lui, in quell’istante magico, colgo e recepisco nella sua espressione un’immensa felicità: che è quella di aver potuto realizzare il suo desiderio pur avendo un enorme ostacolo davanti.
Mi dà una forza ineccepibile osservare lo sforzo del paralimpico, mi fa pensare:<<questa ragazza ha personalità da vendere, nonostante non abbia le due gambe e il braccio sinistro (Lauren Woolstencroft), è riuscita a non abbattersi e demoralizzarsi, ma anzi ha dimostrato di avere più forza e "di camminare con le sue gambe"(di andare avanti con le proprie forze)>>.
L’articolo è completo, globale, profondo e comprensibile in quanto mi ha suscitato molte riflessioni a riguardo; sarei stato entusiasta se il giornalista si fosse soffermato maggiormente sulle sensazioni degli atleti.
Una domanda in particolare mi sono posto:dove trovano tutta questa forza?chi gliela dà?Non mi sono mai trovato a contatto diretto con disabili, ma l’esperienza mi sarebbe piaciuta e mi avrebbe affascinato per il semplice motivo di rapportarmi e confrontarmi con una vita ed un mondo completamente ignoto al mio vivere quotidiano.
Luigi, I.T.I.S Galileo Galilei 1°T, Roma