Oltre i sensi
Settanta opere del giovane Roberto Ferri al Vittoriano. Una pittura visionaria tra passato e presente.
Ha solo 31 anni, ma ne dimostra di meno. Il tarantino Ferri, una vocazione alla pittura dall’infanzia, espone ormai a Londra, a Roma, a New York. Decisamente controcorrente, la sua è un’arte che guarda a Caravaggio, a Michelangelo, ai Carracci, a Guercino, ma pure a Fussli a Goya, a David ed Ingres, a De Chirico fino a Bacon.
Però è il fascino della classicità mediterranea, fatta di venti, mari, luci, che impregna gli oli dipinti con cura meticolosa. Tanto che i corpi trasudano una vitalità, una sensualità anche, che è salute, pienezza di vita interiore ed esteriore. I “sensi” si vedono e si toccano nei quadri grandi e piccoli, nei disegni modellati su persone vive – danzatori per lo più – ma anche li travalicano. Angeli e demoni, tensione spirituale e tensione erotica, fantasie oniriche con bilance e sestanti, spade e serpenti, ponti sopra valli scoscese e creature infernali o mostruose, si susseguono a creare un mondo dell’“oltre”. Eppure, il mistero che Ferri evoca e lo rende, nonostante i soggetti raffigurati – oggi non così “di moda” –, attualissimo, è basato sulla concezione ideale dell’uomo e della donna. Le sue creature sono riconoscibili, sono amici ed amiche che posano per lui, il cui corpo egli trascende, passando dal candore o dal colore bronzeo a dire qualcosa di più della forma perfetta esterna. Ferri cerca la bellezza pura, quella che aspira all’immortalità. Per questo egli non è un autore solo colto, ma un giovane che corre dietro al suo sogno di bellezza e di felicità, con il coraggio di passare attraverso i mali oscuri dell’anima umana per raggiungere, oltre i sensi materiali, quelli più propriamente spirituali. È ancora all’inizio del cammino, ma la sua strada è aperta.
Roberto Ferri. Oltre i sensi. Roma, Vittoriano, fino al 10/9 (catalogo Skira).