Oltraggio alla bandiera
Leggo le cronache sui due ragazzi altoatesini che sono stati arrestati a Krabi, in Thailandia, per oltraggio alla bandiera. Tobias Gamper (20 anni) e Ian Gerstgrasser (18) ubriachi fradici, per loro stessa ammissione, cacciati da una discoteca perché alticci e perché, sembra, avessero fatto delle avance con una ragazza, se la sono presa con le bandiere nazionali thailandesi esposte in serie fuori da un hotel del centro in segno di lutto per la recente morte del re, amatissimo re. Si sono giustificati così a La Repubblica e ad altri giornali: «Eravamo ubriachi fradici… Non sapevamo niente di cose politiche e culturali, sapevamo solo degli spray per le zanzare… Sappiamo che tanti thai sono arrabbiati, ma chiediamo scusa… Amiamo la Thailandia, non sapevamo dell’importanza che ha per loro la bandiera».
Prima considerazione: non si viaggia così, i soldi facili permettono anche agli imberbi e agli stupidi kitsch di andare dall’altra parte del mondo senza avere la benché minima coscienza di chi vanno a visitare, delle culture e delle tradizioni locali. Ci si comporta come se si fosse a casa propria, ci si ubriaca, come si può farlo a Merano o Bolzano. Questa è l’idiozia di chi ha i soldi per viaggiare, ma non il cervello: l’età non importa, si può essere viaggiatori insipienti anche a 70 anni.
Seconda considerazione: per i due ragazzetti la bandiera nazionale non ha nessuna importanza. Nemmeno la loro, cioè l’italiana. O quella altoatesina, o quella austriaca, o quella europea, poco importa. Bandiere considerate poco più di stracci per lucidare le scarpe. Nessuna idea di cosa sia l’identità d’un popolo. Se fossi un giudice, darei loro una salata multa con annesso lavoro sociale per lucidare per un mese tutti i pennoni delle bandiere esposte sui palazzi pubblici di Trento, Bolzano e Verona.
(Almeno Tobias e Ian hanno chiesto scusa. Sono recuperabili).