Obiezione di coscienza: una giornata per dire no alle armi

Si celebra il 15 maggio la Giornata internazioale dell'obiezione di coscienza al servizio militare. Una data che quest'anno assume una valenza particolarmente forte. La campagna lanciata dal Movimento Nonviolento

L’obiezione di coscienza ha una storia millenaria – basti pensare che, ai tempi dell’impero romano, alcuni cristiani hanno pagato con la vita il loro rifiuto di fare i soldati -; ma rimane di scottante attualità in tempi in cui, dati i conflitti in corso, molti dei Paesi che prevedono la leva obbligatoria ne stanno estendendo l’applicazione, e in alcuni di quelli che non la prevedono si parla di reintrodurla. Italia inclusa, dato che questa è tecnicamente solo sospesa, non abolita: siamo infatti uno dei 5 Paesi in cui la leva può tornare obbligatoria per decisione governativa.

«Ha iniziato il capo di Stato maggiore, generale Masiello, chiedendo che l’Esercito abbia “più uomini” a disposizione – osserva in un comunicato il Movimento Nonviolento -. Si è subito accodato il vicepresidente del Consiglio, ministro Salvini, annunciando un disegno di legge per un servizio obbligatorio di 6 mesi per ragazzi e ragazze, e ci ha messo la ciliegina sulla torta l’assessora regionale veneta Donazzan: “La leva obbligatoria va reintrodotta per educare i giovani al servizio della Patria”. Il desiderio, da parte di militari e politici di governo, di far mettere l’elmetto a tutti, e rispedire i giovani in caserma, è evidente. Ma forse costoro non sanno bene di cosa stanno parlando».

Il Movimento porta quindi l’attenzione su tutte le sentenze della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato in cui si chiarisce che la difesa della Patria, «messa in Costituzione all’articolo 52, e collegata al “ripudio della guerra” messo in Costituzione all’articolo 11, è ottemperata anche dalle forme di difesa civile e nonviolenta, come è ad esempio il servizio civile, e dunque non può essere resa obbligatoria solo la forma del servizio militare armato».

Da notare poi, si aggiunge, che «fino ad ora il governo non è riuscito nemmeno a garantire il servizio civile universale volontario a coloro che vorrebbero svolgerlo (su circa centomila domande all’anno, meno della metà vengono accolte, a causa della ristrettezza dei fondi messi a disposizione: cioè uno su due dei giovani che vorrebbero “servire la Patria” con un servizio civile non armato e nonviolento, viene lasciato a casa). Con che coraggio, chi non sa nemmeno garantire il servizio volontario ad una minoranza, vorrebbe imporre il servizio obbligatorio a tutti? Dove pensano di trovare i soldi per ripristinare la leva obbligatoria, come pensano di riaprire le caserme dismesse?».

Va ricordato che l’obiezione di coscienza al servizio militare e all’uso delle armi per motivi etici o religiosi è riconosciuta nella Carta dei Diritti umani, dalla Commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e dall’Unione Europea, che invita tutti gli Stati membri a far proprio questo principio. Tuttavia, sono numerose le denunce di come anche in Paesi Ue molti di coloro che chiedono lo status di rifugiato per non sottostare alle leva obbligatoria – in particolare nell’ambito del conflitto russo-ucraino – se lo vedano negato.

Per questo nella Giornata internazionale dell’obiezione di coscienza, che si celebra il 15 maggio, il Movimento Nonviolento rilancia la campagna di obiezione alla guerra a sostegno degli obiettori di coscienza russi, bielorussi, ucraini, israeliani e palestinesi: «Chiediamo che l’Europa apra loro le porte e li accolga con il riconoscimento dello status di rifugiati politici – si legge nell’appello -. Chiediamo anche a tutti gli italiani, uomini e donne, giovani e adulti, di sottoscrivere la Dichiarazione di obiezione di coscienza, per dire no alla chiamata alle armi e ottenere l’istituzione dell’Albo degli obiettori di coscienza che non possono essere richiamati per la guerra, ma che vogliono difendere i principi costituzionali con la difesa civile non armata e nonviolenta».

Il modulo da compilare si trova sul sito azionenonviolenta.it

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