Obama 2.0

Cosa ha fatto nel primo mandato e quali saranno i prossimi obiettivi del presidente degli Stati Uniti appena rieletto. Un approfondimento
obama presidenziali 2012

L'elezione di Obama dopo gli anni della presidenza Bush, che si concludevano con due guerre in corso e una grave crisi finanziaria, aveva creato grandi aspettative di cambiamento. La crisi aveva travolto grandi banche e messo a rischio l'intero sistema economico mondiale: vari stati si erano molto indebitati per salvare dal fallimento le loro banche e l'economia reale, che nel decennio precedente era fiorita grazie alla "droga" del credito facile, aveva dovuto fare i conti col fatto che i consumi si dovevano riallineare con la vera produzione di ricchezza, cioè con una forte riduzione, che induceva una recessione da cui oggi molte nazioni non sono ancora uscite.

Quando Obama aveva preso in mano le redini degli Stati Uniti, per fronteggiare la crisi finanziaria aveva chiamato come suoi collaboratori manager che avevano operato nelle aziende che erano state al centro di quel turbine, sorprendendo molti: una scelta interpretabile come il non voler cambiare nulla, oppure come una decisione pragmatica dettata dal fatto che la situazione era così complessa da dover per forza farla sbrogliare a chi ne conosceva tutti i risvolti perché aveva contribuito a crearla.

Che la motivazione fosse la seconda lo si è capito quando Obama, per regolare le attività finanziarie delle grandi banche, ha promulgato la legge Dodd Frank, che tra l'altro impedisce l'utilizzo dei soldi dei clienti per operazioni speculative; una legge non ancora pienamente operativa, visto che i 400 regolamenti ad essa collegati non sono ancora tutti scritti, ma che l'elezione di Rommey avrebbe certamente vanificato: il fatto che l'agenzia di rating Standard and Poors abbia in quel frangente tolto la massima affidabilità ai buoni del tesoro Usa può essere interpretato come un segno di non gradimento della legge da parte della grande finanza.

Appena eletto Obama pur avendo la maggioranza sia alla Camera che al Senato aveva incontrato delle difficoltà a portare avanti il suo programma anche tra i democratici, anche essi sensibili non solo agli interessi locali, ma anche alle pressioni dei poteri forti che ne avevano finanziato la elezione: Obama era stato eletto contro ogni previsione, grazie al consenso dei cittadini accomunati dalla rete tramite Twitter e Facebook, consenso che però a mio parere faceva l'errore di trascurare una volta eletto: così nelle elezioni di metà mandato perdeva la maggioranza alla Camera, rendendo ancor più difficile realizzare il suo programma.

Il suo agire è stato da molti considerato troppo cauto: il suo metodo, dettato dal lodevole desiderio di coinvolgere al massimo tutte le forze in campo, funziona solo se l'altro si fa coinvolgere, e non funziona con chi si oppone per evitare la rielezione dell'avversario. Obama era riuscito comunque a varare, dopo una lunga battaglia con gli amici delle compagnie di assicurazione, un sistema sanitario per tutti, tramite una legge che in Europa potrebbe essere considerata carente e che dà protezione sanitaria a 30 milioni di americani, in modo però sgradito da chi era già garantito.

Un agire cauto, motivato anche dal desiderio di essere rieletto: adesso che vi è riuscito potremo meglio comprendere gli obiettivi che vuole davvero raggiungere. Il primo dovrebbe essere riaffermare il controllo della politica sulla finanzacontrollo che oggi praticamente funziona al contrario – tramite la piena applicazione della legge Dodd Frank e di nuove leggi che accrescano la trasparenza del settore bancario, in particolare facendo in modo che non possano più operare banche "troppo grandi per essere lasciate fallire", quelle che sono state il primo pilastro dell'azzardo morale, cioè della tentazione di far soldi a rischio sapendo che in caso di grave perdita avrebbero provveduto i cittadini: solo lui al mondo può riuscirci.

Altro obiettivo strategico è la lotta all'effetto serra: il recente uragano che ha interessato la costa orientale USA ha reso quanto mai evidente e reale la centralità del problema ambientale; quell'uragano ha forse ha aiutato la rielezione di Obama, perché per Rommey quel tema era secondario; altro importantissimo obiettivo strategico per il mondo intero, sarebbe la lotta alla concentrazione della ricchezza, nemica di uno sviluppo sostenibile della economia reale, quello capace di creare posti di lavoro per tutti.

Chissà poi che la visione di Obama di una Europa amica ed importante per l'equilibrio di un mondo multipolare ed interdipendente, non la aiuti anche nel cammino verso una maggiore unità anche politica: se fosse stato eletto Rommey, con la sua indifferenza alle tematiche mondiali, sarebbe prevalsa verso gli stati europei la antica tecnica del "divide et impera" e  non si sarebbe certamente avuto un aiuto in quella direzione.
 

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