O uniti o finiti

La rete di “Insieme per l’Europa” prepara il terzo incontro internazionale. Dopo Stoccarda 2004 e 2007, sarà la volta di Bruxelles 2012.
Cartina Europa

I movimenti cristiani europei si trovano di fronte ad un bivio della storia. L’Europa è in crisi, non solo economica, ma in parte anche morale, culturale, politica. Il direttore della biennale di Istanbul in Turchia ha recentemente dichiarato che «l’Europa è alla fine, non ci sono giovani, non c’è futuro. Diventerà come una Disneyland, un museo da visitare per vedere come si viveva nel passato».

 

Oltre 100 organizzatori in rappresentanza di 250 movimenti e comunità cristiana si sono riuniti a Sassone dal 10 al 12 novembre per la preparazione di “Insieme per l’Europa”, evento del 12 maggio 2012 a Bruxelles, che prevede, in contemporanea, 130 iniziative nelle maggiori città europee.

 

Secondo Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio e tra i promotori dell’iniziativa, i movimenti cristiani europei «hanno un compito particolare per far rinascere la passione e l’identità europea, dai vertici ai popoli, perché o saremo europei o non saremo: ci sarà un decadimento generale». Il mondo globalizzato è, infatti, troppo complesso, è un mare in tempesta che le barchette dell’Italia, della Grecia, del Portogallo, della Spagna, non sono più in grado da affrontare da soli. «Europa: alzati e cammina» è stato ricordato. È un messaggio culturale e spirituale basato sulle parole del Vangelo che ha attraversato nella storia tutto il Vecchio Continente, ma è anche un messaggio umano e attuale rivolto ai politici europei, ai mezzi di comunicazione, alla gente comune, perché «o l’Europa è unita nell’affrontare le grandi sfide, o sparirà dalla storia mondiale».

 

Sembra provvidenziale, allora, il cammino comune, intrapreso da oltre 10 anni da centinaia di movimenti e comunità cristiane di tutta Europa, di tutte le lingue e di diverse chiese, per portare un messaggio di speranza all’Europa, perché non si chiudi in una sterile autoreferenzialità, si apra alle culture, all’accoglienza, coltivi la convivenza tra diversi, abbia un respiro che abbracci tutti i popoli europei dall’Atlantico agli Urali per servire gli altri continenti. «Abbiamo avuto – ha detto Riccardi – i grandi padri europei: Adenauer, Shuman, De Gasperi, ma oggi dobbiamo essere i fratelli europei e possiamo irradiare questo messaggio attraverso i nostri movimenti in una situazione drammatica, ma piena di speranza. Se nei prossimi anni immetteremo uno spirito europeo nell’Europa faremo una grande opera storica e cristiana».

 

Tra i presenti al convegno anche Severin Schmid dei Focolari che ha spiegato come «la proposta più forte è far vedere una via possibile per l’unità. Il messaggio è: se non siamo uniti, non ci saremo più come Europa. Anche Paesi forti come la Germania non sono in grado di sopravvivere economicamente senza gli altri Paesi europei. Siamo legati gli uni agli altri. O ci uniamo o non esisteremo più. Cerchiamo di fare un servizio gratuito al bene comune. Siamo una minoranza creativa che, lavorando insieme, punta ad elaborare proposte concrete. L’unità europea non si fa per legge o solo tramite le istituzioni, ma soprattutto cresce dal popolo».

 

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