Nuovo

In vista del sinodo sulla Nuova Evangelizzazione che inizierà il prossimo 7 ottobre, vi proponiamo una riflessione sulle parole chiave di questa assise che vedrà vescovi e laici interrogarsi sulla testimonianza e sull'annuncio del Vangelo
Sinodo vescovi

Si parla di evangelizzazione "nuova". Una parola rischiosa, perché si esibiscono le macchine nuove, la moda nuova, i libri nuovi, le case nuove. Le persone fanno la chirurgia estetica per essere – sembrare – nuove. Il problema è che tutto ciò invecchia subito.
I cristiani, per essere nuovi, devono fare un'operazione strana: tornare indietro di due mila anni. Qualcuno dirà: “Avevo ragione,  la Chiesa è sempre indietro, sta fuori dalla storia”. Un momento: volevo dire che c'è un punto di novità non legato al tempo, come una sorgente d'acqua sempre fresca e trasparente, che attraversa tutti i secoli e disseta tutti i desideri, illumina le disperazioni, realizza i sogni, dà senso alla vita.

L'evangelizzazione è nuova o non è. Non c'è evangelizzazione vecchia, in ritardo, stantia; questi aggettivi la eliminano. Perché la Sorgente ha parlato spesso di novità (il suo comandamento è "nuovo") e soprattutto ha tolto tutte le incrostazioni che erano state deposte sul volto di suo Padre. Gesù (avete capito che è lui la sorgente?) non stancava la gente che lo ascoltava dimenticando di mangiare: dava loro speranza, parlava delle loro cose (pecore, vino, acqua, pesci, figli scappati di casa…) per
portarli poi al suo livello. 

Perché non dava una tinteggiatura superficiale o un maquillage ingannatore, ma costringeva  le persone a scavare fondo dentro di sé, per ritrovare la verità del loro essere, sempre nuova se fedele alla scintilla accesa da Dio.
Novità non è legata al tempo (che passa per tutti), è una qualità, che può essere più viva in un vecchio che in un giovane, che può sbocciare in una morte. Gesù è morto nuovo: “Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli” (1Gv 3,14).
Certo che il mondo cambia, è sempre più complesso: politica, cultura, società, scienza, mezzi di comunicazione sfidano i cristiani e la Chiesa. È un “nuovo” che va preso seriamente, perché la Parola lo attraversa, ma  sotto certi aspetti è da esso falsificata o messa a tacere. È senz’altro la sfida più provocante posta alla nuova evangelizzazione.
I partecipanti al Sinodo ci suderanno le proverbiali sette camicie. Ma non dimenticheranno di porsi anzitutto la domanda di sempre: “Cosa farebbe (e direbbe) Gesù oggi?”. Cioè: siamo collegati con la sorgente?




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