Nuove risorse per lo sviluppo

Pochi giorni prima del contemporaneo svolgimento del Forum di Porto Alegre e del Forum economico mondiale, a New York si era appena conclusa l’ultima riunione preparatoria di una Conferenza indetta dalle Nazioni Unite su “finanza per lo sviluppo”. La Conferenza vera e propria si svolgerà in Messico a metà marzo, ma il lavoro fatto e il dibattito in corso offrono già qualche indicazione sui risultati. È la prima volta che le Nazioni Unite discutono in maniera esclusiva di questioni economiche e finanziarie, argomenti finora riservati ad altre sedi internazionali, dal G8 al Fondo monetario internazionale. Come mobilitare nuove risorse nazionali e internazionali per lo sviluppo? Come aumentare la coerenza fra le politiche del commercio internazionale e le politiche per lo sviluppo? Si sta facendo abbastanza per affrontare la questione del debito estero? L’architettura finanziaria attuale è adeguata ad affrontare le ricorrenti crisi internazionali e locali, si pensi al recente caso argentino? Si sono ritrovati intorno al tavolo governi, agenzie specializzate delle Nazioni Unite, ma anche Fondo monetario, Banca mondiale e Organizzazione mondiale del commercio, insieme ai rappresentanti del settore economico privato e delle ong. Lorna Gold e Filipe Coelho hanno rappresentato New Humanity, la Ong internazionale dei Focolari, che su questi argomenti sta lavorando da alcuni anni. “Nella precedente riunione di ottobre – ci dice la Gold – era stato presentato un documento molto positivo con impegni che legavano la crescita economica alla ricerca dell’equità sociale e della sostenibilità ambientale. Questo documento era stato però criticato dai principali paesi industrializzati e la nuova proposta che ci siamo trovati sul tavolo a gennaio è stata molto più debole, in termini di obiettivi concreti e di strumenti per realizzarli. Per esempio, nel precedente documento si parlava chiaramente della introduzione di una tassa sui movimenti di capitale o di una “carbon tax” per finanziare lo sviluppo, ma in quello attuale è scomparso ogni riferimento diretto. La conferenza sta tuttavia mostrando una nuova possibile via per attuare politiche economiche globali, con il coinvolgimento attivo di tutte le componenti sociali, dai governi alle istituzioni internazionali, dal settore privato alle ong”. New Humanity ha presentato un proprio documento, rifacendosi ai contenuti del congresso di Genova del giugno scorso, che aveva preceduto il G8. “La nostra posizione – afferma Coelho – ha cercato di contribuire alla ricerca di risorse innovative per finanziare lo sviluppo. Abbiamo ripreso la nostra proposta di sottoscrivere un Fondo da utilizzare per progetti in campo educativo e sanitario, specialmente a vantaggio dei giovani. Abbiamo proposto che al Fondo venga dedicato una percentuale dello 0,05 per cento di tutti i movimenti di capitale internazionali, restituibile dopo trent’anni. La sottoscrizione dovrebbe essere agevolata fiscalmente o resa obbligatoria dai governi più sensibili. L’invito è però anche alla responsabilità sociale delle società commerciali perché destinino comunque volontariamente tale percentuale al Fondo. C’è stato interesse per la proposta sia da parte delle altre ong, come di alcune delegazioni governative e di esponenti del settore privato. Una particolare consonanza l’abbiamo riscontrata con l’Organizzazione internazionale del lavoro che ha presentato una proposta simile”. Ora l’attenzione è puntata su Monterrey, in Messico, dove a metà marzo si potrà effettivamente misurare la capacità della comunità internazionale di assumere responsabilità comuni per lo sviluppo globale.

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