Nuove frontiere

Nel nostro quartiere noto poca coscienza civile, forse dovuta anche ad una certa povertà e scarsa scolarizzazione dei giovani. Ultimamente, portando i bambini al parco giochi, ho trovato panchine distrutte e cassonetti incendiati. È una specie di cultura al negativo, in cui vengono educati i più piccoli; ci sono anche famiglie che, come noi, non vogliono accettare questo stile, ma veniamo addirittura guardate male. C’è un modo per cominciare a cambiare in meglio, almeno in un piccolo paese? M. Vittoria – Caserta Una strada percorribile è la possibilità di associazione tra famiglie che condividono un progetto al servizio del bene comune. Conosco gruppi di famiglie che hanno cominciato ad attivarsi, magari con un progetto circoscritto, con poche pretese economiche, ma ben studiato sulla base delle necessità del territorio e delle competenze professionali disponibili: una ludoteca per bambini, un centro anziani, un punto informativo per la soluzione dei più comuni problemi di lavoro, uno spazio formativo per coppie di sposi. Tuttavia, il pensiero adesso corre a due cari amici, Elisa e Luigi, che a partire dalla città di Maddaloni, sono ormai conosciuti in tutta Italia. In circostanze drammatiche hanno perso il piccolo Giuseppe: quanti di noi si sarebbero chiusi nel proprio dolore, magari scaricando sul destino il peso di quell’insostenibile vuoto, o gridando il loro perché ad un cielo improvvisamente sordo? Loro, invece, hanno attraversato insieme il tunnel, sostenuti dalla fede e dalla presenza di amici veri, finché, ancora insieme, hanno trovato una nuova luce e spinto lo sguardo più lontano, oltre sé stessi. Hanno trasformato il dolore in amore, dilatando il cuore su una misura più grande, capaci di una nuova maternità e paternità. Hanno cominciato, piano piano, a cercare e scoprire i traumi di altre famiglie, altri bambini nella stessa città. Vicinanza e assistenza materiale e morale, condivisione e impegno, fino a far nascere una struttura stabile per la prevenzione e la cura del disagio minorile; oltre dieci anni di lavoro nella promozione dell’affido familiare e dell’adozione, attività formative, convegni e case famiglia in diverse sedi. Questo patrimonio di idee e di esperienze è offerto anche attraverso il sito della Fondazione Giuseppe Ferraro, proprio dal nome del loro bambino. Penso sia difficile misurare quanto grande sia l’area sociale che Elisa e Luigi stanno risanando, non più loro due da soli, ma attraverso una rete che moltiplica il bene e lo distribuisce nelle persone e nelle istituzioni. Questo è certamente un grande segno di speranza per ciascuno di noi e per ogni famiglia, che ci fa scoprire la fecondità spirituale di due sposi, attraverso gli eventi della loro vita quotidiana, a favore dell’intera comunità civile. letizia.magri@famiglienuove.or

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