Nuova semina a Terracino

Nella piccola frazione di Accumoli la festa per la semina ha riunito un folto gruppo di persone per dare sostegno a due nuove aziende agricole. Un segno di speranza nell’antico borgo devastato dal terremoto del 2016.

Appollaiata su un ripiano calcareo a più di 1.100 metri sul livello del mare, la frazione di Terracino è la più elevata dell’accumolese.

Il piccolo borgo, dopo le ripetute scosse del 2016, si era svuotato: chi aveva perso la casa, chi i macchinari, chi le merci, stoccate dentro magazzini inagibili. Una giovane coppia, Manuela e Adriano, lei originaria di Terracino, lui legato alla zona per aver avuto qui una casa di vacanza, andata distrutta, progettano invece di tornarci.

È Stefano Schutzmann dell’associazione “Abbraccio Planetario”, partner del progetto RImPRESA, promosso da AMU, AFN, AIPEC, insieme a B&F Foundation, a parlarmi della coppia e del loro progetto.

«Nei mesi successivi al terremoto – racconta – grazie alle frequenti visite nelle zone del sisma e ai contatti diretti con le persone del posto siamo venuti in contatto con molte piccole imprese del territorio di Accumoli e, a Terracino, con il forno della signora Rita, mamma di Manuela». Il progetto ha previsto delle forme di supporto all’acquisto di strumentazione e di materiali per riprendere le attività agricole e commerciali, e l’attivazione di quattro “gruppi di acquisto solidali” dei loro prodotti a distanza.

«Rita, che ora vive in uno dei moduli abitativi prefabbricati – prosegue – anche grazie ai gruppi di acquisto ha potuto continuare a vendere i suoi biscotti con l’aiuto della figlia, che da Roma, dove vive, l’ha supportata con l’organizzazione. Da questa esperienza così dolorosa Manuela e il suo compagno hanno tratto una nuova convinzione nel voler tornare a Terracino, un sogno che accarezzavano da tempo. La vita in città appare un po’ “stretta” a due persone abituate ai ritmi della natura e a spaziare con lo sguardo tra montagne, pascoli e vallate».

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Manuela e Adriano hanno deciso di compiere i primi passi per aprire due aziende agricole nell’ambito di un progetto più ampio per il rilancio del territorio. Il progetto prevede, in un prossimo futuro, anche l’avvio di un’attività di turismo sostenibile. «Hanno affittato dei terreni, mentre altri erano già di proprietà della famiglia, e si sono messi all’opera con dei trattori avuti in prestito, arando e preparando i campi. Lavorare a 1.100 metri di altezza non è facile, si tratta di terreni scoscesi e abbandonati da decenni».

Con l’arrivo di maggio si avvicina il momento della semina. Manuela e Adriano pensano di coinvolgere tutti gli amici e le persone che sono state loro vicine in questi ultimi anni in un grande giornata di lavoro e di festa. «La semina, nella tradizione contadina – spiega Stefano – è il momento per eccellenza dello scambio, dell’amicizia, nel quale si mettono in comune gli attrezzi, il tempo e le forze. Sono andato anch’io con la mia famiglia anche a nome di “Abbraccio Planetario”. Sotto le direttive dei più anziani, abbiamo lavorato tutto il giorno su più livelli, seminando ceci, farro, lenticchie e patate. All’ora di pranzo Manuela e Adriano hanno allestito un grande barbecue per tutti».

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Chiedo a Stefano quale sia stato per lui l’aspetto più significativo del progetto RImPRESA. «Quello di averci aiutato a stringere rapporti profondi e veri, nella reciprocità, con le persone delle zone terremotate, rapporti che ora continuano anche oltre l’azione specifica di supporto. Questi due giovani che nei prossimi mesi torneranno a vivere a Terracino per avviare una nuova realtà imprenditoriale rappresentano un segno di speranza. Era proprio questo l’obiettivo: aiutare alcune aziende a riprendersi, a beneficio di tutta la comunità».

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