Nuova condanna per i dittatori argentini
Con una sentenza che prevede pene dai 10 ai 50 anni si è concluso in Argentina il processo contro vari repressori che durante l’ultima dittatura, tra il 1976 ed il 1983, si appropriarono di alcune centinaia di bambini e neonati, per poi affidarli a famiglie selezionate e legate al regime. Si tratta di una delle peggiori nefandezze di cui si macchiarono i responsabili di una dittatura che mise in atto un piano sistematico di appropriazione di bambini, molti dei quali in tenera età, quasi sempre dopo l’eliminazione dei loro genitori o della madre appena dopo il parto.
La sentenza è stata emessa dopo un'inchiesta durata 15 anni, che ha preso in esame 37 casi, per i quali sono stati condannati gli ex dittatori Jorge Rafael Videla e Reynaldo Bignone, già in carcere per scontare l’ergastolo per crimini contro l’umanità, oltre ad altre figure minori. La dittatura argentina commise crimini particolarmente odiosi, come la sparizione illegale di 30 mila persone (i famosi desaparecidos), spesso eliminati in modo sommario, dopo avergli inflitto inenarrabili torture. Fu attuato un vero e proprio piano sistematico di eliminazione di terroristi, oppositori, sindacalisti, attivisti sociali e spesso persone innocenti sospettate solo di mantenere legami con organizzazioni guerrigliere o di sinistra. Famiglie intere vennero derubate dei loro beni, vennero commessi abusi e persecuzioni di ogni tipo. Molte donne vennero sequestrate mentre erano in stato interessante e tenute in vita fino al momento del parto, dopodiché furono eliminate senza pietà. In uno dei campi di concentramento clandestini venne addirittura organizzato un reparto maternità.
L’associazione “Abuelas de Plaza de Mayo” (conosciuta in Italia con il nome di "Le nonne di plaza de Mayo", ndr) ha contribuito all’identificazione di 105 figli di desaparecidos assegnati a famiglie adottive. Una ventina di essi figuravano come testimoni durante il processo appena conclusosi.
Negli anni Novanta, durante la presidenza di Carlos Menem, i repressori della dittatura beneficiarono dell'amnistia e dell'indulto. Successivamente, durante la recente presidenza di Néstor Kirchen, scomparso nel 2010, tali misure legali furono annullate. Il delitto di appropriazione di minorenni invece non è stato mai contemplato dall’amnistia e dall’indulto, pertanto l’azione penale è andata avanti ricostruendo i fatti con l’ausilio di sempre maggiori prove.
L'azione della giustizia sta intervenendo su una piaga che, parlando con certo realismo, difficilmente potrà sanare. Ma questa sentenza aiuta a rompere la barriera dell’impunità facendo inoltre luce sulla realtà dei fatti. Un passo indispensabile, quello della verità e della giustizia, per poter sperare in un futuro di riconciliazione.