Nucleare, una politica di pace a partire dai territori
Bomba nucleare e l’Italia. Brescia è una realtà molto articolata. Con più di 1 milione e duecentomila abitanti è la quinta provincia italiana per popolazione dietro soltanto a Roma, Milano, Napoli e Torino.
Nella nostra provincia si trova la base militare di Ghedi che ospita ordigni nucleari da anni e sta per essere attrezzata all’arrivo dei cacciabombardieri F35 e delle nuove bombe B61-12; è attivo, soprattutto in Valle Trompia, ma non solo, uno dei principali comparti industriali di produzione di armi leggere e, prima che fossero messe al bando, ospitava anche una delle maggiori aziende nazionali produttrici di mine antipersona.
Grandi interessi economici in gioco, ma anche una grande sensibilità sui temi della pace, del disarmo, della solidarietà
A livello di società civile c’è un ricchissimo mondo associativo promotore di iniziative di approfondimento e sensibilizzazione che in vari territori vedono il sostegno degli Enti locali che, a loro volta, organizzano eventi partecipati dalle comunità e coordinati con consulte e tavoli locali. A Collebeato, ad esempio, da tempo si tiene annualmente la marcia per la Pace promossa dall’amministrazione Comunale in collaborazione con le associazioni del Tavolo per la Pace.
Negli ultimi anni, grazie anche all’opportunità nata dal carattere sovracomunale del Festival della Pace promosso dal Comune di Brescia, con il coinvolgimento delle principali realtà associative, la rete già attiva a livello provinciale, si è ulteriormente consolidata, con Acli, Pax Christi, OPAL – osservatorio per le armi leggere – e Movimento Nonviolento elementi trainanti.
Il 2 febbraio 2018 Daniel Hogsta coordinatore della rete internazionale ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), a pochi mesi dal ritiro del premio Nobel per la pace a Oslo, è stato invitato a Brescia per presentare il lavoro che, a livello internazionale, aveva permesso l’elaborazione del testo del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari approvato all’ONU e per sostenere l’adesione alla Campagna Italia Ripensaci promossa da Rete Italiana per il Disarmo e Campagna Senzatomica in collaborazione con Mayor for Peace Italia per chiedere al Governo di intraprendere il percorso per portare l’Italia alla ratifica del Trattato. Un’assemblea pubblica in serata, anticipata nel pomeriggio da un incontro con i sindaci durante il quale Daniel Hogsta spiegò che per raggiungere risultati importanti servono tre componenti fondamentali: Un obiettivo chiaro da raggiungere, costruire alleanze ampie e solide, essere perseveranti
Le armi nucleari sono armi di distruzione di massa, non sono progettate e costruite per essere utilizzate verso obiettivi militari, ma per distruggere e annientare intere città e le comunità che le abitano. Come Amministratori ci siamo attivati per difendere le nostre comunità messe in pericolo dalla presenza di tali armi.
Con riferimento al dettato costituzionale abbiamo ricordato che tra i principi fondamentali all’art. 11 è scritto che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, ed anche che, in base all’art. 52 : “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.”
La nostra Patria è quotidianamente messa in pericolo da croniche carenze a livello di sanità, istruzione, ricerca, manutenzione del territorio e delle infrastrutture, più che da possibili attacchi militari è pertanto inaccettabile l’investimento di enormi risorse in armamenti, o strutture al loro servizio – tanto più oggi con le problematiche esasperate dalla pandemia. Qualora poi l’Italia fosse minacciata militarmente, dovremmo tutti auspicare che le armi nucleari non fossero più legalmente utilizzabili da nessuno.
In diversi comuni sono state organizzate iniziative che hanno portato alla formale adesione, con delibere di giunta o consiglio comunale, alla Campagna Italia Ripensaci che prevedeva anche la simbolica sottoscrizione del Trattato da parte del sindaco.
Varie amministrazioni locali, che erano già legate dalla partecipazione al coordinamento provinciale SPRAR dei progetti di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, hanno concordato di firmare un unico documento, raggruppando i sindaci in occasioni pubbliche.
Così alla marcia per la Pace di Collebeato, dove hanno partecipato i sindaci di 17 comuni, è avvenuta la prima sottoscrizione; poi lo stesso documento è stato sottoscritto da altri sindaci al Festival dei diritti di Castegnato, da altri alla festa interculturale Abbracciamondo di Malegno ed altri ancora al Festival della Pace di Brescia, dove il documento è stato firmato anche dal presidente della provincia Samuele Alghisi e dal presidente della Camera Roberto Fico, invitati alla giornata inaugurale.
Complessivamente ad oggi nel bresciano hanno aderito alla Campagna 56 Enti locali, 170 tra Gruppi, Associazioni, movimenti e Parrocchie e più di 8.472 persone singolarmente.
In occasione dell’entrata in vigore del Trattato, il 22 gennaio 2021, con una delegazione di 10 sindaci e 10 rappresentanti di associazioni ci siamo ritrovati davanti alla base di Ghedi per rinnovare la richiesta al Parlamento e al Governo di intraprendere il cammino verso la ratifica ed il recepimento delle prescrizioni del Trattato, consegnando una lettera al comandante della Base.