Nucleare? In Lombardia non serve

Il governatore Formigoni ribatte al ministro Romani:abbiamo raggiunto l'autosufficienza energetica.
centrale nucleare

Lo ha annunciato pochi giorni fa il ministro Paolo Romani: la Lombardia, ha detto, «ospiterà una o due centrali atomiche». Subito il governatore Roberto Formigoni  ha precisato che: «in questo momento non c’è bisogno di centrali di nessun tipo in Lombardia, perché la regione ha raggiunto l’autosufficienza energetica. Bisogna ragionare in ottica nazionale. Se il governo, cioè, una volta stabiliti i criteri di individuazione dei siti, deciderà di costruire una centrale in Lombardia, dovrà aprire un tavolo di confronto con la Regione, che a sua volta dovrà aprire dei tavoli locali». 

 

E dagli uffici della Regione sono stati diffusi i dati secondo cui, da tre anni, la Lombardia ha raggiunto l’autosufficienza energetica. La richiesta di picco che era stata stimata nel 2009 è stata di poco superiore ai 10mila megawatt, a fronte di una disponibilità del parco centrali in grado di soddisfare una richiesta superiore agli undicimila. Non solo Formigoni, anche il presidente della Provincia Guido Podestà ha fatto sentire il suo parere spiegando: «Non è possibile costruire un impianto del genere in un’area densamente urbanizzata come la provincia di Milano». Secondo Podestà, eventualmente, si potrebbe individuare un sito tra Legnano e Magenta come possibile incubatore della ricerca e della produzione di componenti per le centrali nucleari. Nella Silicon Valley milanese «operano d’altra parte diverse aziende d’eccellenza nel settore della realizzazione di parti per le centrali tradizionali, idrogeotermiche e da fonti rinnovabili».

 

Ovviamente la proposta del ministro Romani ha scatenato un forte dibattito tra i diversi schieramenti politici. Per il centrosinistra è urgente un consiglio regionale straordinario sul tema. «Altro che nucleare: la nostra regione semmai ha un’altra priorità – sottolinea Maurizio Martina del Pd – ed è quella di ridurre la dipendenza dal petrolio e dai suoi derivati, da cui oggi proviene il 32 per cento dell’energia prodotta in Lombardia. Dall’Udc fanno sapere che  «non hanno preclusioni al dibattito sul nucleare, purché sia serio, condiviso e senza pregiudizi», dicono Enrico Marcora e Gianmarco Quadrini. Di atomo e centrali nucleari discuteranno anche le Acli che, per sabato, hanno organizzato un convegno nella sede milanese di via della Signora. Relatore Pippo Ranci, primo presidente dell’Authority per l’energia elettrica e il gas.

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