Novità Monti. Necessità riforme
L’anno che si chiude e ancor più quello che si apre appartengono alla specie che la storia ricorderà per i passaggi difficili e le sfide da affrontare.
L’anno che si chiude e ancor più quello che si apre appartengono alla specie che la storia ricorderà per i passaggi difficili e le sfide da affrontare. In uno sfondo di crisi globale, questi due anni verranno ricordati per la grande crisi dell’Europa, dell’euro e per il rischio di fallimento dello Stato italiano, nel volgere dei suoi 150 anni di unità. L’Europa: il progressivo ridursi della dimensione comunitaria a quella intergovernativa, via via assottigliatasi fino al duo franco-tedesco, ha prodotto uno svuotamento dall’interno della Unione europea, sancito anche dal gran rifiuto inglese, in un momento in cui ci sarebbe stato bisogno di un surplus di determinazione politica a rafforzare le istituzioni comuni. L’euro: la sua debolezza d’origine già riguardava l’insufficiente integrazione politica, fiscale e finanziaria dei Paesi aderenti, fatale che l’ulteriore indebolimento dell’Unione europea lo esponesse agli attacchi dei mercati.
E qui veniamo a noi: passati in un breve volgere di tempo da una lettura ottimistica della crisi alla scoperta di una realtà drammatica, ci troviamo ora a fare i conti con risorse finanziarie sempre più scarse e una economia in recessione. Il nuovo governo ha varato un’altra manovra d’emergenza (la terza da luglio). Grandi sono i sacrifici richiesti ai cittadini, specie a quell’ottanta per cento cui tocca appena la metà della ricchezza nazionale, e il presidente Monti ha cercato di spiegarne le ragioni dando anche il senso di una effettiva possibilità di riscatto, ha battezzato il decreto: “Salva-Italia”. E di salvare l’Italia c’è davvero bisogno, non solo dal fallimento economico: un’altra specie di fallimento infatti è già avvenuto, quello della classe politica e non si può far finta di niente.
Al contrario, occorre il coraggio di compiere un’analisi approfondita e non di parte, per mettere a fuoco cosa non ha funzionato, negli anni, nella selezione della classe politica. Ruolo dei partiti e legge elettorale sono di certo al cuore della questione e bisogna lottare per nuove regole, accompagnate da un salto di qualità partecipativo dei cittadini. Queste le priorità per l’anno nuovo.