Novi svijet. Il problema e la soluzione

L’edizione croata del giornale ha le sue radici nel 1964, in piena epoca del socialismo reale, quando in Slovenia si stampava la Parola di vita a ciclostile, destinata a tutta la Jugoslavia. L’indirizzo stampigliato era quello della parrocchia di un sacerdote dei Focolari: era questo infatti l’unico modo per poter pubblicare materiale religioso sotto il regime comunista. Col tempo abbiamo aggiunto altri fogli al commento del Vangelo, inserendo meditazioni ed esperienze di vita. Nel 1990, finalmente, poco dopo il crollo del muro di Berlino, la Parola di vita si è trasformata in una rivista: Novi svijet, cioè mondo nuovo. Si è formata una redazione che fino al 2000 si è occupata sia dell’edizione croata che di quella slovena, con gli stessi contenuti. Ma poi, con la formazione geopolitica di due nuovi Stati indipendenti, si è avvertito il bisogno di inculturare la rivista nella situazione locale, e quindi di scinderla in due. In questi ultimi anni Novi svijet si è sviluppata sempre più, con articoli fatti sul posto, e non più tradotti dall’italiano, anche se stiamo attenti a non chiuderci nel nostro particolare, presentando sempre articoli di interesse universale. Nonostante la crisi del settore della stampa, riusciamo a mantenere la tiratura e la qualità del giornale, aiutati anche da qualche provvidenziale sovvenzione. Ultimamente abbiamo anche aumentato il numero di pagine. La rivista è riconosciuta per il suo stile positivo e aperto. È molto apprezzata da personalità, da professionisti impegnati nell’educazione, nell’economia, e anche dai vescovi. Non pochi lettori ci scrivono che leggono Novi svijet dalla prima all’ultima pagina. Durante la guerra in Croazia, negli anni 1991-1995, la rivista ha dovuto affrontare nuove frontiere, ed ha avuto un ruolo importante nel collegare la famiglia del movimento nei Paesi in guerra, dato che i suoi abbonati vivevano anche in Serbia e Bosnia ed Erzegovina. È stata una luce di speranza. Anche oggi Novi svijet, oltre che in Croazia, arriva in Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Macedonia, anche se dal 2003 la Serbia ha iniziato con la sua edizione in lingua serba. Una lettrice ci ha scritto recentemente: Nei temi trattati non si limita l’attenzione al problema, ma si dà una soluzione. Questa è una cosa nuova, rivoluzionaria. Così nuova che mi ci è voluto del tempo per abituarmi al pensiero che quello che leggo non è una favola, un sogno, una utopia, ma che la cosa veramente funziona… I testi non impongono il loro modo di pensare, ma spingono a riflettere. Oppure, come è successo a me, trasmettono entusiasmano per questo modo di guardare gli avvenimenti e la vita.

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