Notte dei media ?
Chi al mattino sfoglia una rassegna stampa come prima azione della giornata, non la incomincia bene. Meglio sarebbe un testo di mistica o una buona raccolta di poesie! Quasi sempre rimane in bocca un sapore di tristezza, di irritazione impotente. Non solo per le tragedie e i giganteschi problemi illuminati dai flash d’agenzia. Non tanto per l’esposizione delle misere vicende dei soliti personaggi noti. Ma perché si legge tra le righe una trama oscura, tessuta da gruppi di pressione di varia estrazione col fine di governare le vicende umane. Così si fa passare solamente ciò che è funzionale agli interessi dei pochi padroni dei media, gonfiando episodi marginali e ignorando o sfumando prospettive preoccupanti e drammi in pieno svolgimento. Governare è forse un termine esagerato? Pensiamo alle armi a disposizione: giornali, periodici, libri, tv, radio, cinema, satelliti, Internet, telefonia… Possono in effetti condizionare pesantemente qualsiasi convivenza sul pianeta. È anche attraverso i media che oggi si fa politica, si indirizza l’economia, la vita sociale, si fa l’arte, si orienta la giustizia, si decide quale sanità, quale ecologia, quale cultura sportiva dobbiamo avere. Dalle vignette danesi su Muhammad al discorso papale di Ratisbona, dalle esternazioni del presidente Bush agli scandali privati di uomini politici (che oscurano problemi sociali ben più seri), dalla litigiosità della politica italiana (ridotta a cliché da commedia dell’arte) al silenzio sulla corruzione e l’evasione fiscale, tutto sembra spontaneamente muoversi per approfondire le divisioni, mantenere i capitali dove stanno, aumentare i bisogni indotti dell’Occidente, trasformare l’emarginazione di interi popoli in dissolvenze turistiche. Le poche voci fuori dal coro sono emarginate o ridotte a comunicazione di nicchia. È così che da qualche tempo, ad esempio, non è possibile o quasi – qui da noi – parlare bene dei musulmani; e, viceversa – sulle emittenti satellitari arabe -, non passa giorno che non avvengano manipolazioni delle parole di questo o quell’altro personaggio statunitense… La coscienza che i media sono fatti per far vivere gli uomini insieme, per costruire un mondo sempre più unito, in questa notte etica della comunicazione deve restare accesa. È ora che, chi ci crede, avverta questo come un problema dalla priorità assoluta, un’emergenza, e accenda dove può focolai d’aggregazione; perché questa notte non sia solo oscurità. Non lo diciamo solo noi, ma anche ad esempio, quel grande giornalista che è Ryszard Kapus´cin´ski, proprio in questi giorni in Italia.