Nonostante tutto il domani sarà migliore dell’oggi
Il processo evolutivo avvenuto prima di noi insegna che ciò che non evolve verso un altro senso, o stagna conservandosi in un vicolo cieco, o si estingue. Tra tutti gli esseri terrestri sembra che solo la linea umana abbia condotto avanti l’evoluzione, acquistando un senso diverso con l’entrata, nel suo evolversi, di nuovi fattori; fattori trascendenti, come la coscienza e la libertà. L’evoluzione, a livello umano, non è più un processo automatico affidato solo a una cibernetica di leggi brute; l’uomo evolve, in senso individuale e sociale, nella misura in cui prende coscienza di cosa deve diventare, e sceglie i rapporti cibernetici giusti per diventarlo. La cibernetica è sempre la stessa e conserva le sue regole; ma a livello di coscienza la condizione del non essere per poter essere e diventare, assieme, un’altra cosa, si rivela nel suo aspetto supremamente trascendente; quello di un dono cosciente, cioè di un rapporto basato sulle leggi di una realtà che, a nostro livello, si chiama amore. In una visione cristiana e, mi sentirei di dire, realistica delle cose, non pare che ci sia altra via per evolvere nel senso finale della parola: diventare uomini evolvendo verso Cristo. È una legge cibernetica ineluttabile che, di analogia in analogia, ha condotto avanti i fatti evolutivi che ci hanno preceduto, grazie ai quali ci siamo. (…) Ma se, dopo duemila anni, guardiamo i rapporti normali che esistono tra gli uomini, tra famiglie, gruppi sociali, imprese, regioni e nazioni, balza all’occhio che di cibernetica cristiana ce n’è ben poca; anzi più spesso si nota una organizzazione cibernetica negativa, basata su leggi di lotta, di concorrenza, di profitto: in una parola, di egocentrismo. La coscienza che l’umanità può essere tale solo se si realizza in Cristo, sembra, nell’insieme, assente. Anzi: moltissime brave persone lavorano con tanto sacrificio e amore, per realizzare l’umanità in prospettiva diversa. Molti dedicano la vita a organizzare un tipo di struttura sociale che realizzi una giustizia che, di fronte al comando di Cristo Amatevi reciprocamente come io ho amato voi (legge-chiave della cibernetica umana), suona falsa. (…) A questo punto che cosa si può pensare? Ma che razza di evoluzione sta seguendo l’uomo? o piuttosto una tremenda involuzione? L’evoluzione, proprio arrivando al suo termine, sta fallendo? Qualcosa deve essere andato male in quella che avrebbe dovuto essere l’evoluzione secondo Cristo. Forse, il principio fondamentale della cibernetica cristiana non è ancora riuscito a penetrare nella coscienza del collettivo. (…) Ma, nonostante le apparenze, forse ci possono essere solidi fondamenti di speranza: questo tipo d’amore sta ponendosi capillarmente come ideale concreto in tante cellule d’umanità. Forse, all’estremo della pazzia del collettivo umano, questo fermento potrà prendere il sopravvento e il mondo comincerà a capire che bisogna cambiare rotta. C’è, nel fondo di ogni uomo di buona volontà, la fiducia che l’ultimo atto d’evoluzione sulla Terra non può fallire. Cristo ha decisamente promesso di essere con noi fino alla fine. È lui, per dirla con Teilhard de Chardin, il motore dell’evoluzione. E ciò può portare, nonostante qualunque disastro possa accadere, ad una speranza assoluta. Mi hanno sempre impressionato le parole dello stesso Teilhard (forse il primo a capire il senso cristiano dell’evoluzione universale): …ne sono certo, poiché il meglio finisce sempre per accadere e l’avvenire è migliore di qualunque passato.