Non sono d’accordo, ma…
«Con mio padre ho sempre avuto un buon rapporto, ma questa volta non lo capisco: nelle discussioni con mia madre, talvolta cede e mi dice che, anche se non è d’accordo, posso fare come dice la mamma… Non voglio più parlare con lui!».
Carissimo Antonio, ti lamenti perché tuo padre a volte sembra debole con la mamma e rinunci alle sue idee che per te sono giuste… La tua delusione contiene qualcosa di positivo perché vorresti che tuo padre fosse autentico e difendesse le sue idee con tutti perché, in un mondo così fragile e “ballerino”, è importante avere idee chiare e portarle fino in fondo.
Ma, in questa circostanza, caro Antonio, mi sento di esprimerti alcuni pensieri che penso ti possano aiutare. Non giudicare mai, perché la realtà spesso è più complessa di come appare. Mantieni sempre aperto il rapporto con tuo padre; anche se il dialogo può a volte essere aspro, anche di lotta, è importante discutere e parlare. La cosa più negativa sarebbe l’indifferenza e il menefreghismo.
Ora tuo padre non è più l’assoluto che avevi pensato, ai tuoi occhi sbaglia. Ma ciò lo rende più vero e umano e, se continuate a parlare fra di voi, puoi essergli magari di grande aiuto se, nell’esprimere il tuo parere, lo fai in termini positivi, con l’intento di sostenerlo.
È arrivato il tempo in cui tu puoi essere padre di tuo padre e di tua madre, perché appartieni al mondo dei grandi. In questo modo, puoi realizzare quello che ogni padre e madre desiderano per i loro figli: diventare maturi, altri da sé. È appunto l’essere maturi che ci può aiutare a vedere le cose in modo differente, a comprendere che la realtà non è sempre quella che appare ai nostri occhi, ma contiene varie sfaccettature che appartengono alla comunicazione umana.
Naturalmente tutto ciò non significa rinunciare alla coerenza e alla radicalità delle proprie idee, che devono essere portate avanti, se le riteniamo giuste, nonostante la disapprovazione degli altri, ma cercare di testimoniarle tenendo conto delle persone che abbiamo di fronte.
In conclusione, caro Antonio, vorrei raccontarti l’esperienza di un paziente che ho seguito nel mio lavoro da psicologo. Una volta un padre mi ha detto: «Io, a volte, nelle discussioni con mia moglie, quando vedo che non riesco a raggiungere l’accordo, dico a mio figlio Lorenzo di dieci anni: “Il papà e la mamma questa volta non la pensano allo stesso modo, ma tu fai quello che dice la mamma”; e sono rimasto meravigliato quando mio figlio mi ha risposto dicendomi: “Papà, vedo che per te è più importante la mamma che non la tua idea”». Questo è il vero amore: perdere le idee per dare la vita alle persone che amiamo.