Non solo migranti

La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è un’occasione per riflettere su migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta, compresi tra i tanti abitanti delle periferie esistenziali.

Il 29 settembre è stata celebrata la 105a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il cui tema “Non si tratta solo di migranti” deve essere declinato nel contesto della globalizzazione dell’indifferenza, poiché, come spiegato da papa Francesco, oggigiorno migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta sono diventati emblemi di esclusione. Il Sommo Pontefice richiama quattro verbi da utilizzare quando parliamo di migranti ed utilizzati: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.

L’affamato, l’assetato, il forestiero, l’ignudo, il malato e il carcerato che bussa alla nostra porta è Gesù stesso che chiede di essere incontrato e assistito, ha ricordato il Santo Padre, aggiungendo che «quando mostriamo preoccupazione per loro mostriamo anche preoccupazione per noi stessi, per tutti; prendendoci cura di loro, cresciamo tutti; ascoltandoli, diamo anche voce a una parte di noi stessi che possiamo nascondere perché non è ben considerata al giorno d’oggi».

Il papa ha celebrato la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato in Piazza San Pietro, dove ha anche inaugurato un monumento al Migrante, Angels Unawares (Angeli Inconsapevoli), una scultura in bronzo e argilla che rappresenta migranti e rifugiati di tutte le epoche, realizzata dall’artista canadese Timothy Schmalz.

Oggi come ieri, Francesco ha ricordato che i Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle migliori risorse naturali e umane da loro possedute, che vengono poi utilizzate da pochi privilegiati. Inoltre, i rifugiati sono spesso un effetto di guerre che interessano solo alcune regioni del mondo, guerre alimentate da armi prodotte e vendute in altre regioni (i Paesi occidentali sono in prima linea nel produrre e vendere armamenti) che, poi, respingono quegli stessi rifugiati.

Francesco fa appello a tutti noi che, troppo presi dal preservare il nostro benessere, rischiamo di non accorgerci del fratello e della sorella in difficoltà, di diventare insensibili alle grida degli altri, arrivando a quella globalizzazione dell’indifferenza alla quale fece riferimento nella sua visita a Lampedusa l’8 luglio 2013. Invece, siamo tutti chiamati a costruire un mondo più giusto, dove tutti abbiano accesso ai beni della terra, dove tutti abbiano la possibilità di realizzarsi come persone e come famiglie e dove a tutti siano garantiti i diritti fondamentali e la dignità.

In questo contesto la Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea (COMECE) ha invitato l’Unione europea (Ue) a progettare e attuare politiche di migrazione e asilo incentrate sulla persona e sulla famiglia, sviluppando nel contempo politiche sociali inclusive che non lasciano nulla alle spalle. Nel suo dialogo regolare con le istituzioni dell’Ue, COMECE ribadisce l’importanza di affrontare la sfida della migrazione considerando migranti e rifugiati come persone con nomi, volti ed esperienze personali e non come numeri.

La Sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede sta conducendo una campagna di comunicazione che include riflessioni, materiali e risorse fotografiche e video per la promozione di attività pastorali sui seguenti sottotemi: “Riguarda anche le nostre paure”, “Riguarda anche la carità”, “Riguarda anche la nostra umanità”, “Non si tratta di escludere nessuno”, “Si tratta di mettere l’ultimo al primo posto” e “Riguarda tutta la persona e tutte le persone “.

L’approccio del nuovo governo italiano verso le problematiche migratorie è mutato rispetto a quello del precedente, incentrato su bloccare i porti, reprimere le ONG che conducono operazioni di ricerca e salvataggio e tenere schermaglie permanenti con i partner europei. L’accordo definito a Malta tra alcuni Stati membri dell’Ue va nella giusta direzione di una condivisione dei flussi migratori con altri paesi europei e negli interessi dell’Italia, Italia che finora è stata lasciata sostanzialmente sola a gestire la questione migratoria.

Il nuovo governo dovrebbe senza dubbio appoggiare il Global Compact on Migration, un accordo internazionale non vincolante che aiuta gli Stati membri delle Nazioni Unite a cooperare in materia di migrazione e a sostenere la dignità e i diritti fondamentali di tutti i migranti e rifugiati, accordo che il precedente governo non siglò. Le problematiche migratorie possono essere affrontate in modo efficace solamente dalla comunità internazionale nel suo insieme e, per questo, l’Italia non deve escludersi dai contesti dove le decisioni vengono prese o guerreggiare con i partner europei ma, anzi, proporre delle soluzioni valide e concertate per gestire i flussi migratori.

 

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