Non si ferma la protesta nella scuola

Si preannuncia una primavera calda nel mondo della scuola. L’insofferenza va crescendo via via col passare dei mesi, durante i quali sono stati fatti degli sforzi per mantenere a galla il sistema, ma continuare a navigare a vista non è stato l’optimum per la scuola italiana.

La nuova ordinanza degli Esami di Stato, le proteste soffocate in maniera violenta a fine gennaio dalla polizia a Torino e a Milano e le morti di due studenti avvenute durante il periodo di alternanza scuola-lavoro, hanno acceso la miccia della protesta.

A Roma, il 5 e 6 febbraio, si è tenuta l’assemblea nazionale delle associazioni e collettivi studenteschi che ha visto la partecipazione degli studenti provenienti da tutta Italia. Circa 400 giovani si sono confrontati sulle questioni comuni che riguardano l’alternanza scuola-lavoro, la maturità e la repressione delle proteste nelle piazze. Per il 18 febbraio è stata annunciata un’importante manifestazione degli studenti che si terrà nelle principali piazze italiane. Molte scuole sono già in stato di agitazione e altre sono occupate.

La proposta del nuovo esame di maturità, applaudito da molti come il ritorno finalmente alla normalità, è stata bocciata da studenti e insegnanti. Chi è stato colpito dagli effetti devastanti provocati dalla pandemia sono proprio i maturandi in quanto durante gli ultimi tre anni hanno studiato attraverso la didattica a distanza, una metodologia che ha sì tamponato l’emergenza ma che ha lasciato il suo segno, e in seguito tramite le lezioni in presenza a singhiozzo.

L’epidemia ha soprattutto causato un peggioramento diffuso nella salute mentale di ragazzi e ragazze, con conseguenze gravi per gli adolescenti e i bambini. Ne è prova l’aumento negli ospedali dei posti letto nei reparti di neuropsichiatria infantile che continuano ad accogliere un numero di ragazzi che non si era mai visto negli ultimi anni.

La discontinuità delle lezioni in presenza e le problematicità psicologiche hanno portato a una vera e propria crisi pedagogica che occorre risolvere attraverso una riflessione ponderata e seria e un rinnovamento delle metodologie didattiche. Ovviamente questo sta accadendo anche negli altri Paesi: negli Stati Uniti, nei primi sei mesi del 2021 gli ospedali psichiatrici avevano segnalato un aumento del 45 per cento del numero di casi di autolesionismo e tentativi di suicidio tra 5 e 17 anni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Come si svolgerà la prova di maturità? Con la proposta del nuovo esame di Stato di quest’anno ritorna la prima prova d’italiano uguale per tutti che si terrà il 22 giugno, la seconda prova nelle materie d’indirizzo non sarà ministeriale ma verrà scelta all’interno delle scuole e l’orale si aprirà con l’analisi di un materiale scelto dalla commissione. Cambiano anche i crediti e i voti delle prove e i criteri per l’ammissione: le prove nazionali Invalsi, che comunque saranno svolte, insieme all’attuazione dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, non costituiranno punteggio per le prove stesse.

Molta polemica ha innestato la proposta della seconda prova scritta. Lo stesso Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione si è espresso in questi giorni richiamando l’attenzione sulla problematicità di una seconda prova scritta di indirizzo alle superiori che, proprio perché proposta in sede di istituto, rischia di non mantenere le caratteristiche nazionali e può dunque essere sostituita da un colloquio sui contenuti svolti nelle scuole. Inoltre è stata causa di controversia il fatto che le ordinanze siano state divulgate alla stampa prima che venisse effettuata la richiesta di parere al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, indebolendo così il ruolo consultivo dell’organo istituzionale.

Anche i presidi non sono d’accordo con la nuova modalità dell’Esame di Stato: «Ci auguriamo che il ministro ci ripensi e tolga la seconda prova agli esami di maturità», ha dichiarato il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp). «Negli ultimi due anni non abbiamo fatto scritti, – continua – il ritorno alla normalità deve essere graduale».

Le due ordinanze riguardanti sia la maturità che quella dell’esame di terza media, sono state trasmesse il 31 gennaio ai presidenti di Camera e Senato per l’acquisizione del parere da parte delle Commissioni parlamentari, così come previsto dalla Legge di bilancio.

Forse occorreva prevedere a inizio d’anno la modalità dello svolgimento delle prove, per dare tempo a insegnanti e alunni di prepararsi ad affrontarle nel migliore dei modi. C’è ancora molto verticismo nelle decisioni che si prendono nella scuola a livello ministeriale e poco ascolto e dialogo. È iniziato forse il tempo di scelte e decisioni condivise e concordi.

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