Non si controlla mai

un carattere molto vivace, come suo padre, e quando è con gli altri si comporta male. Anche l’insegnante della scuola materna dice che fa fatica a contenersi ed è troppo irrequieto. Quando lo lascio da altre persone il comportamento non cambia. Insomma tutti mi dicono che non sa controllarsi… Cosa posso fare?. Mamma di Genova Penso proprio che il mestiere del genitore sia molto faticoso e, a volte, soprattutto con bambini come Gianluca, un po’ difficile. Gianluca è un bambino vivace, che desidera stare con gli altri, e vuole essere al centro di tutto. Però ha sicuramente qualche problema di autocontrollo. Imparare a controllare il proprio comportamento è una parte fondamentale dello sviluppo del bambino. La maggior parte dei genitori desiderano che i loro figli siano capaci di comportarsi in maniera accettabile soprattutto quando sono con gli altri, perché ciò denota sia una capacità relazionale sufficientemente strutturata, sia un’autonomia adeguata. Occorre ricordare che spesso le difficoltà di autocontrollo sono correlate con una bassa autostima. Bambini con queste difficoltà presentano un’immagine di sé un po’ debole e svalutativa. Per compensare tutto ciò, si comportano male. Cercano di attirare l’attenzione, in quanto si sentono insicuri e temono di non essere all’altezza della situazione. Purtroppo però il loro comportamento ha effetti contrari in quanto gli altri, bambini o adulti, si stancano e tendono ad emarginarli, provocando così sentimenti di inadeguatezza e frustrazione. Ma allora, cosa si può fare? Innanzitutto mi preme ricordare che non sempre la causa dei problemi di questi bambini è dovuta a problematiche educative. Nella mia esperienza di consulente psicopedagogico, mi è capitato a volte di parlare con ottimi genitori, preoccupati dei loro figli con problemi di autocontrollo. Inoltre, in qualche situazione particolare, le difficoltà di autocontrollo del bambino mascherano altri problemi spesso di natura genetica (come ad esempio la sindrome del deficit dell’attenzione) o di altro genere che comportano una certa difficoltà del bambino ad interiorizzare le regole. Suggerirei di: – Porre al bambino dei limiti chiari, spiegando il perché lo si fa. – Ricordare sempre al bambino, in modo semplice e chiaro, le conseguenze negative del suo comportamento sia verso sé stesso che verso gli altri. – Presentare al bambino, dopo averlo ammonito (senza punirlo), altre modalità di comportamento più corrette e positive, spiegandogli anche i vantaggi nel confronti di sé e degli altri. – Concordare con le insegnanti della scuola materna una serie di attività, che migliorino l’autostima del bambino (ad esempio fargli fare cose in cui lui è molto bravo e presentarlo ai compagni di classe, in modo che possa essere stimato). – Se la situazione non tende a migliorare, potrebbe essere utile una osservazione psicologica per valutare eventuali altre difficoltà. La psicopedagogia dice Durante la prima infanzia e la scuola materna, il comportamento dei bambini è controllato dalle parole e dalle azioni degli adulti, che svolgono il controllo del comportamento dei bambini in modo proattivo, sistemando in modo idoneo l’ambiente fisico (ad esempio, mettendo fuori dalla portata del bambino oggetti pericolosi), nonché stabilendo una routine soddisfacente (andare a letto presto, predisporre un ambiente tranquillo per il sonnellino pomeridiano, ecc.) affinché non sia data al bambino l’opportunità di comportarsi male (come intraprendere attività proibite oppure essere capricciosi o irritabili).

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