Non servono fili spinati
L’appuntamento era alle 10,30 al confine italo francese di Ventimiglia, a Ponte san Ludovico, poco prima del traforo che porta in Francia. Un buon numero di pensionati provenienti dai due stati hanno manifestato chiedendo con un appello comune ai governi nazionali e soprattutto a tutta l’Ue la libera circolazione dei migranti in Europa. L’appello è stato poi firmato dai pensionati italiani del sindacati Spi Cgilve dai francesi del Cgt, in occasione della Giornata internazionale del migrante. La loro richiesta è stata molto semplicemente dettata dall’umanità che lega ogni persona di qualunque fede, razza, nazione e dice così: «Affinché in Europa prevalga la solidarietà e l’obbligo morale di aiutare e trattare i profughi in modo umano e dignitoso, nella sicurezza e nella legalità».
La firma dell’appello, dopo la sosta sulla statale è avvenuta al Forte dell’Annunziata di Ventimiglia, alla presenza del segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti e del segretario generale Ucr-Cgt, Francois Thiery-Cherrier. «Ci troviamo di fronte a un processo migratorio che non si fermerà con i fili spinati – ha detto Pedretti -. Bisogna che l’Europa guardi al futuro e all’integrazione di culture diverse». Per il segretario provinciale del Spi-Cgil Revello l’appello «sancisce il diritto degli uomini di muoversi all’interno dell’Ue senza i blocchi a cui abbiamo dovuto assistere fino ad oggi. I sindacati dei pensionati chiedono pure che «i Governi di tutti gli stati europei ratifichino la Convenzione internazionale per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie».
La manifestazione fa seguito all’incontro in Vaticano dei sindaci europei avvenuto la scorsa settimana proprio per trattare il problema riguardante l’immigrazione, al quale partecipò anche il primo cittadino di Ventimiglia e la sua vice. In quella sede il sindaco Ioculano propose che «accanto a corridoi umanitari per attraversare il Mediterraneo, venissero creati corridoi umanitari per raggiungere le diverse mete europee». «Serve una rete di sindaci per affrontare le questioni legate alle migrazioni. Siamo noi che viviamo sulla nostra pelle l’ipocrisia dell’Europa. Ipocrisia iniziata a Ventimiglia due anni fa quando trentanove persone sono state respinte alla frontiera e abbandonate in terra italiana. Non possiamo accettare che ragazzi muoiano sull’autostrada, sui binari di un treno, mentre cercano di attraversare un fiume». Intanto da alcuni giorni sul cartellone a messaggistica variabile appena dopo la barriera autostradale di Ventimiglia della A10, in direzione Francia: vi è una scritta permanente che avvisa gli automobilisti di “Possibili pedoni, prudenza”. Ogni giorno infatti gruppetti di migranti cercano di superare il confine imboccando il traforo autostradale. Operazione tra l’altro molto pericolosa, quest’estate tre di loro sono morti investiti da tir e auto in transito.