Non potevamo immaginare

Storia di una famiglia - quella dei Crepaz - aperta sul mondo
Articolo

Li abbiamo visti arrivare a Grottaferrata, in una splendida giornata di fine agosto, nel 1994, luminosi e allegri. Lucia, Paolo e i figli. Allora erano quattro: Francesco (dodici anni), Chiara (dieci), Stefano (otto) e Lorenzo (cinque), che dimentichi di tutto hanno cominciato a rotolarsi nel giardinetto col cane dei vicini, accogliente e, subito, paziente. In seguito, con la stessa allegra naturalezza, avrebbero affrontato con impegno, senza dar segno di traumi, la gigantesca misura delle rosette dei Castelli Romani, il vernacolo romanesco, le scuole, i nuovi compagni. E senza forti contraccolpi: avevano alle spalle, frutto dell’ambiente famigliare, una crescita vissuta con la semplicità dell’infanzia, nella curiosità e nell’interesse per l’altro, nella volontà di amicizia, nello sforzo della tolleranza. Con i genitori siamo partiti subito a lavorare con passione allo sviluppo delle realtà sociali dei Focolari, e con i ragazzi il rapporto è stato continuo. Lo stesso quando sono diventati cinque (Giorgio) e sei (Maria Stella). Tre generazioni a confronto: leggermente, simpaticamente, fruttuosamente. Quando i Crepaz sono arrivati li conoscevamo appena. E per niente la loro storia fino a quel punto. Poi, un pezzo alla volta, nelle varie circostanze, in momenti spontanei di scambio, è diventata nostra. Adesso che i tre figli maggiori sono laureati e due stanno per sposarsi, siamo ancora affettuosamente solidali, anzi molto di più, per la condivisione degli eventi più significativi, di gioia e di dolore, per loro e per noi. Insomma la nostra esperienza insieme a loro è la stessa che esprimono nelle ultime righe del loro libro appena edito da Il margine – casa editrice di Trento in rapido sviluppo – Non potevamo immaginare. Sottotitolo: Una famiglia con Chiara Lubich. Siamo consapevoli – scrivono – che ci sia ben altro che ancora non possiamo immaginare, per noi, per i nostri figli, e per quanti hanno ricevuto e riceveranno il dono di un incontro personale con Dio, anche grazie alla spiritualità dell’unità. Appena il volume, scritto a quattro mani, è uscito dalle stampe, Lucia e Paolo ce ne hanno fatto arrivare una copia. C’era la dedica, svelta e pregnante: A Mariele e Pino, compagni di viaggio in questa splendida avventura con Chiara. Abbiamo cominciato a leggerlo, curiosi della lettura che potevano aver fatto della loro vita, personale e di famiglia. E li abbiamo riconosciuti. Ma cosa si ricava dalla lettura di queste pagine? Se volessimo dare noi un titolo all’insieme dei capitoli, alcuni dei quali, forse anche i più significativi, scritti sotto i nostri occhi, potrebbe essere: Tanto più uniti, tanto più aperti. O, forse meglio: Tanto più aperti, tanto più uniti. E le premesse sono già all’inizio, quando ancora non era avvenuto l’incontro tra Lucia e Paolo: la precoce, appassionata ricerca di entrambi del senso pieno della vita; la voglia, quasi istintiva, di condividere e di donare; la spinta ad affrontare con generoso coraggio le piaghe sociali che si dispiegavano sotto i loro occhi; la tensione verso l’assoluto. Intanto il titolo è davvero giusti – ficato. Perché non c’è un passaggio, una scelta, di quelle determinanti nella storia di una persona e di una coppia, che non siano avvenuti per un intervento esterno. Meglio sarebbe dire che non siano fioriti come risposta ad un richiamo proveniente dalla sfera più intima, nella quale siamo quasi sconosciuti a noi stessi. Noi, spettatori di tanti di questi passaggi, possiamo affermare che si tratta di una serie di assensi, nella meraviglia, alla voce del Padre e alla spinta delicata del Figlio, tenuto fra loro con lo sforzo d’un amore alimentato e sempre rinnovato. Ma c’è anche da sottolineare che si tratta di una famiglia del Movimento dei focolari, cresciuta in un contesto di comunione tra giovani e adulti, colti o meno, abbienti e no, fra persone di culture e tipi diversi di società. Hanno avuto sempre qualcuno che camminava davanti a loro, accanto a loro, dietro di loro in una cordata ricca di vitalità e creatività estremamente formativa. Hanno trovato l’opportunità di imparare dagli amici, dai collaboratori, da sé stessi, dai propri figli, dai vari momenti della vita. Quelli della gioia, ma ancor più quelli del dolore, letti nella luce di una presenza continua: Dio-amore, la fede di base del movimento fin dalle sue origini Lo stupore ha potuto, allora, diventare, più che uno stato d’animo, una virtù e una costante. Ciò che appare chiaro – ad ogni riga del libro e ad ogni nuova svolta – è che mai si sono fermati a ragionarci sopra, analizzando le proprie capacità, le proprie forze, le eventuali ricadute negative di una scelta. Hanno seguito piuttosto la logica stringente delle proposte di Dio, con la volontà di seguirne docilmente i piani. Come ha avuto per loro un valore determinante l’attenzione alla dimensione sociale che hanno trasmesso ai figli. Per esempio, siamo rimasti felicemente stupiti dalle motivazioni che i tre più grandi ci hanno comunicato a proposito delle future professioni, tutte scelte in vista di un concreto, generoso servizio al prossimo e avendo ben presente la mèta finale del mondo unito nella fratellanza universale. E arriviamo a quella che per noi è la nota saliente che rimbalza di pagina in pagina. La storia di Lucia e Paolo – dal momento in cui ciascuno ha scelto, con gioia e convinzione, di seguire l’ideale di Chiara – è stata ritmata dalle tappe fondamentali della storia sua e del movimento da lei fondato. Non solo, hanno avuto la fortuna di avere un rapporto stretto, famigliare e profondo con Chiara. I compiti così impegnativi di Lucia in Parlamento e di Paolo nel campo della medicina e dello sport sono stati affrontati e vissuti in un tu a tu con Chiara che è stata la molla propulsiva del loro operare, la luce sotto la quale hanno capito come operare, la certezza nei momenti di sospensione, la forza di perseverare nei momenti di scoraggiamento. Con Chiara, in cammino con tutto il movimento, si sono immersi nella vivacità e nel travaglio della Chiesa e della società, spesso disorientata, di oggi. Il libro, oltre che di citazioni di documenti pontifici ed ecclesiali, è ricco di pensieri e di discorsi di Chiara, preziosi per leggere gli eventi alla luce del suo carisma. A questo proposito le pagine dedicate all’esperienza in politica di Lucia ci danno uno spaccato della vita politica, non solo italiana, presentandoci situazioni e personaggi visti in un’ottica diversa dal consueto e offrendoci una visione estremamente positiva dell’attività politica (!). Specialmente gli ultimi anni sono stati, per Lucia e Paolo, molto impegnativi, in salita, ricchi di sfide sempre nuove e forti. Però traspare – lo si sente nel riferire schietto ed asciutto sia di lei che di lui – una carica sempre rinnovata contro la stanchezza, una fede approfondita nel valore assoluto dell’unità. Pensiamo che seguire i coniugi Crepaz e la loro famiglia di avventura in avventura possa aiutare tanti. Scriveva anni fa Igino Giordani, citato come esempio di laico impegnato a tutto campo nel sociale: È un’epoca questa che ci chiede fervore, intelligenza e attività in grandi dosi: e donate – nella tristezza dei tempi – con la più serena letizia. È quello che i protagonisti del libro hanno fatto e stanno facendo.

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