Non giudichiamo quel povero papà
Viene da piangere leggendo di quel papà di Piacenza che ha dimenticato il figlio di due anni nell'auto e che quando otto ore dopo è corso alla macchina per abbracciarlo, lo ha trovato morto. Viene da piangere per quel bimbo, che speriamo si sia addormentato in pace, senza soffrire. E viene da piangere per coloro che gli volevano bene. Innanzi tutto i genitori.
Difficile immaginare lo strazio che starà dilaniando il padre, i sensi di colpa, l'immensa perdita. Ora è ricoverato, sotto sedativi, in ospedale, dove è stato trasportato in stato di shock. In ospedale è finita anche la mamma, con il cuore spezzato per la perdita di quel bambino di cui, solo il giorno prima, avevano festeggiato il compleanno.
Cosa dire in questi casi? Difficile trovare parole adatte. Le uniche parole che sgorgano dal cuore sono: non giudichiamo. In questi tempi di crisi, di frenesia, di stanchezza perenne, di stress, purtroppo può accadere. Anche ai genitori più amorevoli, più accorti, più attenti. Può accadere e accade, per fortuna non sempre con esiti fatali.
Ma allora come fare? Come evitare queste tragedie? Tra coniugi ci si può aiutare chiamando l'altro, mandandogli un sms o una mail, per chiedergli se il piccolo è andato all'asilo, se è entrato contento. Ancora, meglio posizionare il seggiolino per il bambino dietro il sedile del conducente: se è fissato dietro quello del passeggero è più facile non notarlo se si è addormentato. E ancora allertare le maestre dell'asilo anche a costo di sembrare petulanti: in caso di assenza non annunciata, per favore, chiamateci.
Serve l'impegno di tutti, per crescere i bambini. E serve la solidarietà, la comprensione, la vicinanza di tutti per riuscire ad andare avanti dopo una tragedia così grande.