Non chiamateli braccialetti
Una nuova moda. Sono gli Shokky Bandz. Viene dagli Stati Uniti e, in due anni, ha invaso il mondo.
I genitori, si sa, arrivano sempre in ritardo. Quando mia figlia mi ha chiesto di comprargli gli Shokky Bandz non avevo la più pallida idea di cosa fossero. A dir la verità li pronunciava anche male e nel mio recupero della memoria dell’inglese perduto, non riuscivo ad individuare un termine da un significato compiuto. Nonostante non avessi capito, mia figlia, di 5 anni, mi ha fatto promettere che la sera, al ritorno del lavoro, glieli avrei portati.
In edicola ho cercato di ripetere il suono onomatopeico che ricordavo, ma l’edicolante ha capito subito: Shokky Bandz. Un euro e 99 centesimi. Per i pochi che ancora non sapessero, sono dei braccialetti al silicone che assumono le forme più strane nei più vivaci colori. Se ne mettono a decine attorno al braccio e non perdono, seppur maltrattati, la loro forma.
Il Guinnes dei primati pare spetti ad una adolescente che riesce ad indossarne 180. Tutta la collezione è composta da sei serie tematiche che spaziano dagli animali della fattoria, allo zoo, alle lettere dell’alfabeto, agli abitanti dell’oceano, alle principesse e ai veicoli militari. Non solo braccialetti, ma sono fatti per poter essere modellati sui polsi, avambracci, braccia, caviglie, dita e essere utilizzati anche come fermacapelli, elastici.
L’idea nasce in Ohio, mi raccomando si legge Oaio, dal buon fiuto commerciale di Robert Croack che ispirato da una serie di elastici a forma di animali visti in una fiera in Cina, li ha trasformati in braccialetti. In pochi mesi il fatturato della sua Bcp import è passato da 10 mila a 100 milioni di dollari, i suoi dipendenti da 20 a 200.
Devo dire la verità, sono veramente brutti. Come ogni nuovo gioco, mia figlia, dopo averci giocato un po, averli scambiarli con le compagnette dell’asilo, è passata ad altro e non mi ha più chiesto gli Shokky Bandz. In America li hanno vietati a scuola perché i ragazzi li collezionavano e passavano il tempo a scambiarli come le figurine e il fenomeno è talmente cresciuto che su Facebook il fan club dei braccialetti ha raggiunto quota tre milioni. Al successo popolare si sono aggiunte vittime illustri: attrici, cantanti a partire da Shakira.
Ma come ogni bolla, passata la moda, esploderà. Il primo dato è che dai 12 iniziali si è già passati a 14 braccialetti per ogni bustina della nuova serie di Shokky bandz 3. Segni di stanchezza? Non ce ne voglia Robert Croak, ma speriamo si raggiunga il punto critico di saturazione e i ragazzi si stufino.
Intanto, un povero padre su Internet si confessa: «Tornare a casa e dover confessare di non avere le preziose bustine sta diventando sempre più umiliante. Vengo squalificato nella mia qualifica di babbo premuroso, e che diamine. Meno male che il giornalaio sotto la redazione mi garantisce che entro il fine settimana si avvisteranno le prime scatole dell’articoletto. Ma nel frattempo io cosa mi invento?». Da tutti noi la più piena solidarietà.