Nomi scritti nei cieli
La gioia dei discepoli sta nell’essere figli di Dio.
«I settantadue tornarono pieni di gioia» (Lc 10, 17).
Voi siete andati certe volte a portare Dio, in tanti luoghi, e sono sicuro che siete tornati a casa pieni di gioia e avete detto: «Abbiamo visto tante persone che rimanevano toccate dalla grazia». È la stessa cosa che i settantadue dicono a Gesù quando tornano da lui come dal loro padre, e gli raccontano i miracoli ai quali hanno assistito: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». E Gesù risponde: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore» (Lc 10, 17-18). Questo credo che valga anche adesso, che cioè più si dilata il regno di Dio più i demoni fuggono via, e se noi fossimo come Gesù, lo vedremmo, vedremmo Satana che se ne va.
Però – dice Gesù – non è questo che conta, non è neppure l’apostolato che fate, non è neanche avere il dominio sui demoni: ciò che è importante è che i vostri nomi siano scritti in cielo, che voi siate figli di Dio: «Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10, 20).
«Rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli» sta a significare: gioite perché voi siete di Dio, perché siete figli di Dio; infatti nell’antichità il nome diceva tutto, diceva la persona, diceva l’essenza di una cosa: il nome era l’espressione di una realtà. Quindi Gesù dice qui: gioite di essere in cielo, quello che conta è che facciate parte del regno di Dio.
Vedendo intorno a sé tutti quei discepoli, che forse erano giovani, e comunque giovani nello spirito, «in quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo» (Lc 10, 21). Questa è una delle frasi del Vangelo, come raramente se ne trovano, che ci esprime un sentimento di Gesù: ecco, Gesù era proprio contento di vedere i discepoli che erano tornati dal portare il regno di Dio. E rivolto al Padre, dice: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto» (Lc 10, 21-22).
Gesù vede i settantadue: non sono colti, non sono teologi, non sono scaltri, ma hanno capito il regno di Dio e lo hanno portato agli altri. E dinanzi alla disposizione della Provvidenza di rivelare i piani di Dio e la sapienza di Dio non in base alle capacità umane ma alla corrispondenza alla grazia, esulta nel constatare questa nuova e giusta misura delle cose, questo capovolgimento di tutti i valori umani, questo nuovo regno che si sta costruendo sulla terra, e ringrazia il Padre perché ha nascosto queste cose ai sapienti e ai prudenti e le ha rivelate ai piccoli.