Nole, vincente e generoso
Il tennista serbo Novak Djokovic ancora protagonista. In campo, vincitore a Miami, e fuori, promotore di diverse iniziative di beneficenza
In questo momento nessuno riesce a fermarlo. Dopo aver trionfato agli Australian Open, nel primo importante appuntamento di questa stagione tennistica, e dopo aver vinto a Dubai e ad Indian Wells, Novak Djokovic ha prevalso anche nel torneo di Miami, dove si è imposto superando in finale, dopo tre ore e ventuno minuti di autentico spettacolo, l’attuale numero uno del mondo, Rafael Nadal.
Dall’inizio dell’anno i numeri parlano chiaro e ci dicono che Nole (come è stato ribattezzato affettuosamente dai suoi fan) sta attraversando un momento davvero magico. Ventiquattro match ufficiali disputati ed altrettante vittorie. Prestazioni di altissimo livello, in alcuni casi addirittura quasi “imbarazzanti” per i severi punteggi con cui ha spesso vinto i malcapitati avversari. Grazie ad un solido servizio, ad un dritto devastante e ad un gioco di rimbalzo come se ne vedono pochi in giro, Djokovic sta cercando di inserirsi a pieno titolo nel “duopolio” Nadal-Federer che ha caratterizzato le ultime stagioni del tennis mondiale.
Ma Nole, oltre che sul campo da tennis, si sta mettendo in luce in queste ultime settimane anche per alcune significative iniziative di solidarietà. A poche ore di distanza dal terremoto e dallo tsunami che hanno sconvolto il Giappone, ad esempio, è sceso in campo con la simbolica scritta “solidarietà al Giappone” sulla ginocchiera e con la bandiera del sol levante sulle scarpette. Poi, per aiutare concretamente il popolo nipponico, ha organizzato rapidamente (e giocato) un incontro di calcio fra alcuni suoi colleghi tennisti e la squadra di neoprofessionisti del Forth Lauderdale Strikers, partita il cui incasso è stato devoluto proprio per le vittime dell’11 marzo. Infine, ha donato 100mila dollari del premio percepito per la vittoria in Florida ad un monastero ortodosso di Gracanica, nel Kosovo. Che ora, grazie a questi soldi, potrà finalmente acquistare un pezzo di terra necessario ai propri bisogni.
E non c’è da stupirsi. Nole, infatti, non è nuovo a gesti del genere. Guadagna tanto, certo, ma se c’è da essere generosi non è certo uno che si tira indietro, anzi. Tra le diverse iniziative di solidarietà messe in atto dal ventitreenne tennista serbo negli ultimi tempi si ricordano fra l’altro l’aiuto dato ad alcuni bambini disabili di Banja Luka, la seconda più grande città della Bosnia Erzegovina (a maggioranza serba), il denaro donato agli abitanti di Kraljevo, una città della Serbia centrale colpita da un forte terremoto il 3 novembre del 2010, alcune borse di studio offerte a ragazzi del Kosovo o l’ambulanza regalata all’ospedale di Kosovska Mitrovica, sempre nel nord del Kosovo.
In attesa di provare a raggiungere la vetta della classifica mondiale, Nole, primogenito di tre figli, appartenente ad una famiglia che ha lo sport nel Dna (il padre è stato uno sciatore professionista oltre che un discreto calciatore) in campo continua a vincere tutto. O quasi. Perché, a dire il vero, una sconfitta quest’anno l’ha patita anche lui. In un match di esibizione disputato a Bogotà lo scorso 21 marzo, Djokovic è stato infatti battuto da Rafa Nadal (7/6 6/3 il punteggio a favore del tennista spagnolo). Ma in quell’occasione il risultato è passato in secondo piano. Il match, infatti, era a sfondo benefico, ed il numero 2 del mondo, più che a vincere, è stato impegnato a regalare un sorriso ai 14mila presenti. Ballando, cantando, palleggiando con alcuni dei ragazzi presenti tra il pubblico, e offrendo durante il match alcune imitazioni dei propri colleghi (splendide, in particolare, proprio quelle di Nadal e della bellissima russa Maria Sharapova), imitazioni che lo hanno reso famoso anche oltre il campo da tennis. Complimenti Nole.